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Shanda's River

Regia di Marco Rosson vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Shanda's River

di undying
6 stelle

Streghe, sortilegi, un fiume teatro di macabri rituali e sacrifici umani; simboli magici e una scrittrice in arrivo dall'estero per finire sulle rive di un... torrente che prende il nome di una strega. Una idea interessante, sviluppata in un contesto produttivo veramente difficile.

 

locandina

Shanda's River (2018): locandina

 

Voghera. Piccola cittadina in cui giunge Emma (Margherita Remotti), professoressa in arrivo dall'estero per raggiungere un fiume. Fiume che prende il nome da un fatto di cronaca medievale, caratterizzato dal sacrificio di Shanda, presunta strega uccisa a bordo del torrente e tema del libro in via di scrittura da parte di Emma. Dopo l'incontro con Giulia (Claudia Marasca), guida locale e contatto che ha reso nota la leggenda, Emma raggiunge un hotel. Il mattino seguente Giulia ed Emma si incontrano con Daniel (Diego Runko) per raggiungere il fiume Shanda. Ormai giunti in prossimità del traguardo, un guasto alla macchina li costringe a scendere dall'auto per essere raggiunti da due individui incappucciati e mascherati. Emma e Daniel vengono barbaramente uccisi. 

11 novembre, ore 4.00 a.m.: Emma si sveglia nella camera dell'hotel. Forse si è trattato solo di un brutto sogno.

"Good morning. Are you ready? Did you get breakfast?": chiede -per la seconda volta- Giulia mentre si presenta in mattinata alla stanza di Emma. Quando, non solo le stesse parole ma la sequenza temporale degli eventi, si ripete come nel sogno, Emma sa già cosa sta per succedere trovandosi di fatto imprigionata -da un sortilegio- in un loop cronologico che inizia sempre nello stesso punto spazio temporale (la stanza d'hotel, alle 4 di notte). Emma si trova così costretta a morire più e più volte, in maniera e metodi differenti...

 

scena

Shanda's River (2018): scena

 

The cronocriminesTriangleWake up and dieLe morti di Ian Stone, Inoperable e The incident: sono solo alcuni dei titoli horror che fanno leva sulla distorsione percettiva -con ciclico andamento del tempo avanti e indietro, in un lasso determinato di ore- causata dal ripetersi su piani multidimensionali, con fatti e avvenimenti via via differenti ma destinati a finire (e ricominciare) nello stesso identico modo. Mancava, in questo particolare filone narrativo, un titolo italiano (Le morti di Ian Stone, pur diretto da Dario Piana, vanta produttivamente origini americane e inglesi). Ci ha pensato il bravo regista di video musicali Marco Rosson, pronto a dirigere la sceneggiatura di Nicola Pizzi. Sceneggiatura che richiede ben pochi mezzi a causa di un budget striminzito. 

 

scena

Shanda's River (2018): scena

 

Siamo nel 2016 quando Rosson inizia a girare: due anni prima che il prodotto inizi a circolare. Va detto che il montaggio di un film così complesso (e privo di budget) deve necessariamente richiedere molta attenzione, soprattutto nel ricollocare alcune scene, destinate a comparire più volte. Per arrivare al dunque, Shanda's river è un piccolo miracolo grazie anche all'interpretazione della convincente Margherita Remotti, molto professionale nel ruolo di protagonista. Shanda's river, dopo alcune partecipazioni internazionali alle quali ha presenziato, resta un buon esempio di horror italiano di ultima generazione, da apprezzare anche per il coraggioso tentativo di distaccarsi dai soliti cliché  (commedie e drammi). Pensando inoltre alla bella fotografia e all'ottima colonna sonora, si può concludere che fa sempre un piacere assistere ad un film nostrano. Film che avrebbe meritato anche un passaggio nelle sale cinematografiche.

 

scena

Shanda's River (2018): scena

 

"Nell’aria, sulle valli, sotto le stelle, sopra un fiume, uno stagno, una strada, volava Cecy. Invisibile come nuovo vento di primavera, fresca come il respiro del trifoglio che si alza dal campo al crepuscolo, volava." (Ray Bradbury)

 

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