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I nuovi mostri

Regia di Mario Monicelli, Ettore Scola, Dino Risi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I nuovi mostri

di hallorann
7 stelle

Nel 1977 la Dean Film decise di aggiornare I MOSTRI di Dino Risi, con Maccari e Scola sceneggiatori, agli anni di piombo. I NUOVI MOSTRI è una sorta di epilogo (con L’INGORGO di Comencini) della grande commedia all’italiana. Candidato agli Oscar non è ancora chiaro perché dei 14 episodi, cinque vennero tagliati/censurati dalla Rai nelle svariate messe in onda (comprensibile fino ad un certo punto, all’epoca). In seguito la Medusa ne ha recuperati tre e due sono dispersi. Questi ultimi sono IL SOSPETTO e SEQUESTRO DI PERSONA CARA, entrambi diretti da Ettore Scola e interpretati da Vittorio Gassman. Quelli recuperati sono MAMMINA E MAMMONE: Ugo Tognazzi e Nerina Montagnani sono due barboni che riempiono e raccolgono buste di plastica, scroccano pasti con gentilezza e per mano attraversano una città indifferente. La malinconia e le troppe buste di immondizia andavano omessi per dirigenti e distributori? Di PORNODIVA è stato tagliato il finale (complimenti bravi bis a Medusa): due genitori discutono con un produttore (il caratterista Vittorio Zarfati) il nudo e la scena di sesso con una scimmia che coinvolgerà la loro figlia minorenne (la sua entrata in scena è il taglio che vige tuttora). Per quattro milioni si può fare. Niente sesso siamo italiani per i censori di ieri e di oggi. Il CITTADINO ESEMPLARE è un uomo che rincasando la sera assiste ad un brutale omicidio. Chiusosi in casa dimentica l’accaduto guardando la televisione con la famiglia (gajardo Pippo Franco!) e disquisendo dell’amatriciana senza pecorino.

I nove episodi più noti (visti dozzine di volte nei passaggi televisivi) sono i seguenti: in TANTUM ERGO un cardinale capita per caso in una parrocchia della periferia romana. Le distanze politiche tra curia e periferia vengono colmate dall’oratoria retorica di un Gassman trombone; in AUTOSTOP un commesso viaggiatore reazionario e dalle mani lunghe dà un passaggio ad una ragazza; CON I SALUTI DEGLI AMICI si ironizza sull’omertà sicula, veloce ed incisivo con Gianfranco Barra; L’UCCELLINO DELLA VAL PADANA è Orietta Berti/Fiorella, star di balere accudita da un marito impresario spregiudicato e volgare, feroce come l’interpretazione di Tognazzi; in SENZA PAROLE Dino Risi compie un miracolo beffardo e cinico su una strana coppia di hostess e terrorista, ottimi Ornella Muti e Yorgo Vojagis con Umberto Tozzi imperante; in HOSTARIA Scola comincia sfottendo un gruppo di astanti della buona borghesia che lodano il Montanelli (con quella penna può scrivere quello che vuole) e prosegue mettendo in scena (degna del miglior cinema muto) una indimenticabile battaglia culinaria tra cuoco e cameriere rustici e omosessuali. Lo zuppone alla romana sarà servito con sapori e ingredienti davvero particolari, grandi Tognazzi vada via il cu e Gassman. Mario Monicelli dirige un aggiornamento del conte Claro, mitico personaggio del primo Alberto Sordi che il comico romano riprende alla grande nell’episodio FIRST AID. In una Roma by night deserta Giovan Maria Catalan del Monte soccorre un uomo ferito appena investito e riverso sui gradini di un monumento. Lo porta in giro con la sua Rolls alla ricerca di un ospedale, ma per il malcapitato non ci sono posti. Il conte parla con la sua logorrea al moribondo (l’ex generico e noto caratterista Luciano Bonanni) di ingroppate e partite a bridge, arrotando la r e il polsino. Albertone scatenato. Anche questa risulta un’evoluzione in nero e involgarita di vecchi personaggi. I tempi sono cambiati. In COME UNA REGINA Dino Risi, dopo tanti anni, ritorna a dirigere Sordi in un altro ritratto di borghesia: un figlio accompagna la madre in un ospizio. Ne L’ELOGIO FUNEBRE Scola celebra il funerale di un comico e di un mondo (la Rivista) ormai al tramonto. Ben presto la celebrazione di Formichella si trasforma in una ricognizione omaggio al defunto in cui la sua storica spalla lo esalta con i suoi sketch e gag. Sordi trionfa ancora.

I NUOVI MOSTRI nacque come operazione di solidarietà economica per lo sceneggiatore Ugo Guerra gravemente malato. Age & Scarpelli, Bernardino Zapponi e Ruggero Maccari imbastiscono tutti gli episodi a favore dei migliori registi della nostra commedia e di alcuni dei suoi colonnelli. L’attualità degli anni settanta viene radiografata negli aspetti più vistosi (violenza, terrorismo, contestazione, finto perbenismo) per mettere in scena ciò che è diventata l’Italia, quanto si è incattivita e quanto era ed è rimasta cinica. Si ride a denti stretti o amaro. Tra i protagonisti va ricordato Eros Pagni, utilizzato nelle rare incursioni cinematografiche come maschera buffonesca senza scrupoli. Due tre anni dopo il panorama della commedia verrà rinnovato dai Nichetti, Verdone, Troisi e Benigni.

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