Regia di Gilles Lellouche vedi scheda film
Accadde che Bertrand, afflitto da anni di depressione, aggravata dai sintomi ansiolitici della disoccupazione, leggesse nella bacheca della piscina un annuncio alquanto bizzarro. Un posto nella squadra di nuoto sincronizzato era vacante. Bertrand non s'era ancora reso conto del perché lesse quel trafiletto che si ritrovò in piscina a riprodurre quegli assurdi esercizi di danza mentre a stento riusciva a tenere il fiato sott'acqua. I metodi di allenamento di Delphine, ex reginetta del sincro, comprendevano la lettura di romanzi e una buona dose di svacco. Bertrand realizzò, mentre passava il tempo in sauna ad ascoltare i compagni, stesi sulle panche come fossero dallo strizzacervelli ad elencare le proprie miserie, che quello strano sport era il salvagente che lo teneva a galla "sott'acqua".
Si accorse Bertrand che i suoi compagni non erano meno bacati di lui ed erano sommersi da rogne e malinconie. Laurant viveva in un appartamento, asettico quanto il rapporto con moglie e figlio, sui quali cercava di esercitare uno spasmodico controllo che però non lo poteva esimire dal subirne il distacco e il rancore. Gli insulti vomitati della vecchia madre malata erano la ciliegina al vetriolo su una torta indigesta. Marcus era indebitato fino al collo. Non era più capace di vendere piscine e, sull'orlo della bancarotta, in piscina preferiva starci, magari sotto il pelo dell'acqua, come uno struzzo sotto la sabbia, o in compagnia di una bambola bionda. Simon, come Marcus non si decideva a crescere. Piantato dalla moglie viveva in un camper, lavorando nella mensa scolastica dove poteva vedere ogni giorno la figlia rancorosa. L'adolescenziale convinzione di essere un asso incompreso della musica gli bastava per tirare avanti anche davanti ad un mucchio di vecchietti decrepiti, fortunatamente troppo sordi per ascoltare la sua rumorosa produzione. Thierry accudiva la piscina, era parecchio tonto e finiva per pagare le marachelle degli altri e la sua bontà d'animo non veniva mai ricompensata nemmeno da una donna di buon cuore. John, l'ultimo arrivato e pilastro fragile della squadra, ingollava pasticche rubate ai vecchi che ripuliva trattenendo il respiro, nella casa di riposo. Basile era nel pieno di una crisi di mezza età perché qualche direttore di banca gli aveva negato il mutuo per comprarsi la casa. Basile, però sembrava avere il dono di capire Avanish, ultimo sfigato della squadra completamente a digiuno di francese e quindi impossibilitato a raccontare ai compagni le storie che lo riguardavano, probabilmente ben più tragiche delle loro.
Bertrand si rese conto che poteva essere se stesso in quella squadra scalcagnata allenata da un'alcolista e poi dalla cattivissima Amanda, subentrata alla guida di quella marmaglia dopo che Delphine cadde sbronza nella piscina. Bertrand impiegò ogni risorsa, così come fecero i compagni, per essere fiero di sé, cosa che non gli capitava da tempo. Avere un obiettivo lo aveva spinto ad uscire dal tunnel.
Ora Bertrand ricorda con orgoglio il percorso affrontato, le bacchettate di Amanda, i muscoli flaccidi e doloranti, il viaggio in camper, la musica e le luci sull'acqua, l'urlo di gioia davanti ad un bel cielo rosato.
Bertrand vede l'abbraccio tra Simon e la figlia orgogliosa, la foto di Delphine e Amanda sulla scrivania, la moglie che lo aspetta a casa, il gesto affettuoso di Laurant verso il figlio.
Bertrand ci rammenta che tutto è possibile: vincere un mondiale esibendo pancipiti mollicci, per non dire mastodontici lardomminali, può accadere mille volte nelle propria fantasia, ma incanalare la propria vita lungo la giusta corsia è un obiettivo ben più difficile perché i problemi reali richiedono determinazione per essere superati. Bertrand ci dice che possiamo credere o meno a questa buffa e divertente storia ma che nessuno può dirci che, volendolo, non si può far entrare un quadrato nel cerchio. Il pubblico ha creduto per primo alla possibilità di ribaltare le leggi geometriche, ha sorriso emozionato al risveglio dell'assopito desiderio amoroso del protagonista e l'ha accompagnato fremente ad un nuovo colloquio lavorativo. Gilles Lelouche ha curato alla perfezione la caratterizzazione dei propri personaggi, il pubblico si è riconosciuto in loro con facilità ed ha ripagato lo sforzo con risultati eclatanti al botteghino, appagato da una malinconica e ironica storia di redenzione che fa bene al cuore, spesso malandato, di ognuno.
Cinema Teatro Santo Spirito - Ferrara
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