Regia di Peter Farrelly vedi scheda film
Se uno vuole qua trova la denuncia e l'impegno sociale, ma se vuole un buon film e basta, trova anche quello.
Classico road movie di conoscenza e formazione, crescita e maturazione. Questa volta siamo nel ’62, negli USA, dove vige ancora l’apartheid e alcuni Stati sono razzisti per legge e di fatto. Il celebre e talentuoso pianista di colore (Mahershala Alì, mittico, sempre più bravo) assume un autista bianco, un italo americano (Viggo Mortensen, mitttico con tre t, un attore che vorrei vedere sempre). Il contrasto sarà tra il musicista ricco e raffinato e l’italico grezzissimo ma molto scafato, cresciuto sulla strada di periferia e molto sveglio. Ognuno imparerà dall’altro, mentre viaggeranno tra i trogloditi del sud degli USA.
Il film vola in un attimo, è molto bello anche se, va detto, molto piacione. Gli italo americani sembrano delle macchiette, pieni di clichè; anche alcune situazioni e battute sono un tantino troppo costruite. Ma quando il film si fa vero, in alcuni momenti, si raggiungono dei bei picchi. Per me, siamo sull’8,5.
Film ovviamente imperdibile, non fosse solo perché ha vinto l’Oscar, non fosse solo perché di denuncia che è prima storica e localizzata, ma diventa poi una denuncia universale ed eterna. Non fosse solo perché è fatto molto bene, recitato da dio e scritto con cura, tratto da una storia vera (Oscar anche alla sceneggiatura).
Il film costò poco, per i canoni USA, ed incassò molto, soprattutto all’estero, finendo poi per essere un sorprendente successo al botteghino. L’Oscar andò anche ad Ali per il migliore attore non protagonista, mentre Mortensen finì solo con la candidatura.
Film da non perdere. Il Green Book del titolo era proprio un libro verde realmente esistente, una guida per i neri per potere viaggiare con meno problemi negli USA, con indicati hotel, motel e ristoranti che li avrebbero accolti, una sorta di guida galattica per muoversi tra i malati di mente sudisti e cristiani, perché s’ha ancora da trovare un razzista che non pensi di essere un cristiano, proprio dei gran malati di mente.
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