Regia di Robert Aldrich vedi scheda film
Una ragazza viene scelta per interpretare un film sulla defunta diva Lylah Clare, alla quale assomiglia in modo impressionante; diretta da un cinico e dispotico regista (ex marito dell’attrice), si immedesima nel ruolo di lei fino a condividerne la tragica fine in un incidente di scena. Aldrich torna a parlare di Hollywood dopo Il grande coltello, e il groviglio di amore e morte in un clima spettrale rimanda ovviamente all’archetipo Viale del tramonto; forse nel 1968 il discorso era ormai un po’ scontato, comunque si tratta di uno degli Aldrich che andrebbero riscoperti. È anche una delle ultime prove importanti per Kim Novak, il cui personaggio conosce una crescita professionale (ruspante all’inizio, diventa via via più sofisticata) che va di pari passo con lo spossessamento della propria identità. Il titolo italiano probabilmente intendeva evocare per contrasto È nata una stella.
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