Per la sua straordinaria rassomiglianza, Elsa Brinkmann è scelta per interpretare un film sulla diva Lyla Clare, morta in circostanze misteriose. Incalzata da un produttore senza scrupoli e da una giornalista infida, finirà con l'identificarsi con la defunta star. Fino alle estreme conseguenze.
Note
Poco apprezzato all'epoca, è un film dal ritmo pop che offre un ritratto al vetriolo del mondo del cinema. Un aggiornamento folle di "Baby Jane", con momenti di cinema sorprendente.
La crudeltà dello sguardo indagatore e affilato come un bisturi del regista è impietosa: scava in profondità dentro le anomalie (private e pubbliche) dell’industria dello spettacolo e dell’asse egemone del potere). La sua è un’articolata denuncia che mette a nudo il marcio che si nasconde dietro la facciata del corrotto mondo dello show business.
Premessa
Fu il grande successo internazionale ottenuto con Quella sporca dozzinache nel 1968 diede ad Aldrich la possibilità concreta di accarezzare di nuovo il sogno di una ritrovata indipendenza produttiva, un impegno ambiziosissimo che nella rinnovata progettualità operativa del regista, lo avrebbe dovuto portare a realizzare in breve tempo una nutrita serie di opere,… leggi tutto
Tratto da un lavoro televisivo, non ebbe molta fortuna all'epoca eppure aveva molte carte da spendere, ma si sa Hollywood si tiene alla larga dalla autocritica. Ci sono dei luoghi comuni, ed è meno coraggioso di Che fine ha fatto Bay Jane? Il melodramma incombe e l'intepretazione dell Novak non gli dà ragione. I temi sono scottanti, ma non approfonditi a dovere. leggi tutto
Melodramma non proprio riuscito che Aldrich cerca di innovare con uno stle pop che non gli è consono.La trama non è un granché e i personaggi non sono ben delineati (la Novak sembra imbambolata).La noia veleggia col vento in poppa tanto da far pensare che sia più facile scalare il Monte Bianco che arrivare alla fine del film.Per quanto riguarda il finale,così tanto decantato,io ho qualche… leggi tutto
Un film iper-melodrammatico e fluviale, che inscena il malato processo di divinizzazione in modo eccentrico, morboso ed estremamente spietato. Aldrich, ancora una volta alle prese con il lato oscuro dello star system americano, si inabissa nell’immaginario della vecchia Hollywood per emergere nel postmoderno sotto forma di cinico cantastorie. La Novak, eterea e monolitica, si…
Una raccolta sui film in cui vengono raccontati i retroscena, i dietro le quinte, i trucchi, la lavorazione, le storie degli attori durante il lavoro: tutto ciò che riguarda la costruzione dell'opera…
Playlist composta da film in cui i protagonisti sono registi, reali (come Howard Hughes in "The Aviator") o fittizi (come Guido Anselmi in "8 1/2"), alle prese con le loro "creature".
Elsa Brinkmann passeggia per Hollywood Boulevard, ammira i nomi delle stelle del firmamento cinematografico cementate nel pavimento e si sofferma su quello di Lylah Clare. Elsa non è ancora Lylah, ma lo diventerà. La sua somiglianza con la diva del cinema tragicamente scomparsa è impressionante, e non può fare a meno di notarla Bart Langner, che era stato suo agente.…
Premessa
Fu il grande successo internazionale ottenuto con Quella sporca dozzinache nel 1968 diede ad Aldrich la possibilità concreta di accarezzare di nuovo il sogno di una ritrovata indipendenza produttiva, un impegno ambiziosissimo che nella rinnovata progettualità operativa del regista, lo avrebbe dovuto portare a realizzare in breve tempo una nutrita serie di opere,…
"Mi piacerebbe tanto rivederlo, ma non esiste più in commercio..."
"Ce l'avevo registrato, ma sarebbe bello se lo pubblicassero finalmente in dvd..."
"L'ho visto una volta in televisione quando ero piccolo e…
Cinema cannibale, che si nutre di se stesso. Cinema che racconta il cinema, che mostra il cinema, che mostra il farsi del cinema. Storie contenute dentro a storie che parlano di storie che si riferiscono a storie....…
Una ragazza viene scelta per interpretare un film sulla defunta diva Lylah Clare, alla quale assomiglia in modo impressionante; diretta da un cinico e dispotico regista (ex marito dell’attrice), si immedesima nel ruolo di lei fino a condividerne la tragica fine in un incidente di scena. Aldrich torna a parlare di Hollywood dopo Il grande coltello, e il groviglio di amore e morte in un…
Melodramma non proprio riuscito che Aldrich cerca di innovare con uno stle pop che non gli è consono.La trama non è un granché e i personaggi non sono ben delineati (la Novak sembra imbambolata).La noia veleggia col vento in poppa tanto da far pensare che sia più facile scalare il Monte Bianco che arrivare alla fine del film.Per quanto riguarda il finale,così tanto decantato,io ho qualche…
Tratto da un lavoro televisivo, non ebbe molta fortuna all'epoca eppure aveva molte carte da spendere, ma si sa Hollywood si tiene alla larga dalla autocritica. Ci sono dei luoghi comuni, ed è meno coraggioso di Che fine ha fatto Bay Jane? Il melodramma incombe e l'intepretazione dell Novak non gli dà ragione. I temi sono scottanti, ma non approfonditi a dovere.
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La crudeltà dello sguardo indagatore e affilato come un bisturi del regista è impietosa: scava in profondità dentro le anomalie (private e pubbliche) dell’industria dello spettacolo e dell’asse egemone del potere). La sua è un’articolata denuncia che mette a nudo il marcio che si nasconde dietro la facciata del corrotto mondo dello show business.
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