Regia di Andrea Zaccariello vedi scheda film
Il vicequestore Francesco Prencipe (Scamarcio) è l'ultimo ad avere visto vivo il giudice Mastropaolo (Boni), l'amico di una vita che dopo due anni si è rifatto vivo per convocarlo nel suo sontuoso studio di Bari. Non ci sono prove schiaccianti, ma solo la testimonianza di un vecchio contadino che sembra inchiodarlo. Prencipe, che è un poliziotto con parecchi scheletri nell'armadio della sua vita privata, si difende appellandosi a un vecchio amico (Pesce) di quand'era ragazzo, un avvocato che da tempo non esercita più per via della sua instancabile attitudine all'alcol.
Quarto film in vent'anni per Andrea Zaccariello, già autore dei mediocri Boom, Sei come sei e Ci vediamo domani, che risaliva al 2012. Difficilmente, dopo aver visto un'opera come questa - tratta dal romanzo di Francesco Caringella - sentiremo la mancanza dei suoi film. Già perché Non sono un assassino è un film pasticciatissimo, assimilabile a quel guazzabuglio di Una storia senza nome: una serie disarticolata di flashback e flackback nel flashback, per seguire i quali bisogna stare attentissimi alle frezze sulle tempie di Scamarcio. Ai contorsionismi della trama si accompagna poi una recitazione da incubo, con uno scarto indicibile tra Scamarcio e Pesce da una parte e tutti gli altri - compreso un invecchiato Alessio Boni e la Gerini che si affanna a parlare con accento pugliese - dall'altra.
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