Regia di Billy Lewis vedi scheda film
Atmosfere psicologiche, dall'andamento tragico per un horror più drammatico che spaventoso. La perdita dei figli non trova mai giustificazione nella mente di una madre, nemmeno cercandola nella religione. Un secondo tempo troppo improvvisato finisce per limitare le forti potenzialità del film, rimaste così per buona parte inespresse.
Greenfield, Nord Carolina.
Albert (Reid Doyle) e Rose (Cari Moscow), sono una coppia felicemente sposata in attesa di figli. Si stabiliscono in una villetta spaziosa, nella quale ripongono le loro speranze per un futuro felice. Che dura troppo poco, quanto "un battito d'ali": durante una festa di compleanno le due bambine Jade e Addie, di soli cinque e sei anni, muoiono in un tragico incidente, cadendo dal tetto dell'abitazione. Rose non riesce più a riprendersi, si isola evitando compagnia, senza più uscire di casa. Arrivando persino a essere distaccata e fredda con il marito. Dopo un anno esatto dal tragico incidente, Rose inizia a comportarsi in maniera strana. Parla delle bambine come se ancora fossero vive, agisce in maniera irrazionale preparando una torta celebrativa e, nonostante i suggerimenti del marito, rifiuta di riprendere il lavoro e men che meno di abbandonare la casa. Quando nel soffitto rinviene un diario scritto dal primo inquilino, tale Jack Wilson, scopre che nella casa è accaduto qualcosa di spaventoso, legato a "legioni" di demoni. La situazione, lentamente, precipita quando anche Albert è convinto che qualcosa di sinistro stia per accadere.
Seconda regia a distanza di anni, dopo lo sconosciuto The jailhuose (2011), per Billy Lewis, autore anche della sceneggiatura. Puntando sul clima di deprimente abbandono in cui versa la madre disperata, Lewis rinuncia ad un approccio spettacolare. Forse anche a causa di un budget limitatissimo (35.000 dollari), predilige uno sviluppo intimista, di psicologica deriva della protagonista che, lentamente, transita dallo stato depressivo a quello ossessivo, possessivo ed esoterico (la Chaising legion con riferimento alla Bibbia). Anche se colpisce per l'approfondimento di un tema delicatissimo, ovvero quello della perdita con impossibilità di elaborazione del lutto, dal secondo tempo The terribile two si perde in una serie di suggestioni mal sviluppate (riti sacrificali poco chiari e presenze spiritiche -in maschera- decisamente troppo corporee). Anche il twist finale, che dovrebbe sorprendere, più che studiato appare improvvisato, girato cioè come facile ripiego per poter concludere il film. Finale che non chiarisce praticamente nulla, lasciando lo spettatore in uno stato di inappagata visione.
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