Regia di Miguel Ángel Vivas vedi scheda film
Jaime è un chirurgo che ha con il proprio figlio Marcos un rapporto amicale. Spesso, vanno insieme a correre, scherzando e ridendo. La sua vita cambierà drammaticamente quando il figlio verrà picchiato a sangue da un gruppo di balordi, finendo in coma. Jaime inizierà una spietata caccia agli aguzzini di Marcos, in preda a un bramoso e folle desiderio di vendetta.
Sono diversi i temi che Tuo figlio mette sul banco. Anzitutto, il rapporto tra genitori e figli. Jaime crede di conoscere Marcos, che appare come un giovanotto allegro appassionato di corsa; ma mentre cerca vendetta, scoprirà sul suo conto degli aspetti inquietanti che non immagina. Ma Jaime è anche in qualche modo accecato dall’amore per suo figlio: un amore “a priori” privo di capacità di giudizio e proprio per questo cieco e fuori controllo, che lo porterà ad azioni sconsiderate. Il dottore non pare capire che questo sentimento enorme - privo di lucidità - non gli ha permesso di tenere suo figlio lontano dai guai e di educarlo nella maniera corretta. C’è poi uno sguardo complessivo sul mondo della gioventù odierna: universo oscuro in cui domina l’anarchia degli istinti primordiali, in cui circolano droga e violenza; in cui fatti agghiaccianti vengono ripresi col telefonino, un filtro che trasforma tutto - anche l’orrore - in uno scherzo da riderci sopra. C’è infine il tema della vendetta: è davvero giusto - come fa il dottore, farsi giustizia con le proprie mani, e compiere delle azioni tanto e persino più gravi di quelle ricevute? Tuo figlio è un film sincopato e preciso, lontano da luoghi comuni, concettuale per molti versi, ma che non perde mai la rotta di una narrazione intensa che ci tiene incollati allo schermo dall’inizio alla fine.
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