Regia di Alfio Caltabiano vedi scheda film
America, durante il proibizionismo. Un delinquente entra in prigione allo scopo di arruolare del 'personale' per il suo prossimo colpo; si tratta di distruggere una distilleria clandestina, ma non tutto andrà come previsto.
Gangster movie strettamente imparentato con il western all'italiana e scandito da ritmi da commedia, questo Cinque figli di cane è il terzo lavoro girato da Alfio Caltabiano in tre anni; il regista proseguirà con questa media fino al 1973, per poi abbandonare la macchina da presa. Co-produzione fra Italia e Spagna con poche idee e altrettanti mezzi, la pellicola risulta scritta dallo stesso Caltabiano, in solitaria, sui titoli di testa, ma secondo Imdb.com avrebbero partecipato alla stesura della sceneggiatura anche Ferdinando Baldi, Josè Gutierrez Maesso e Leonardo Martin (sembrerebbe più sensata la seconda ipotesi). A ogni modo la confusione regna nella trama e sulla scena; spesso e volentieri il film vira fra dramma e commedia (quando non addirittura comico) senza mezze misure, denunciando una scrittura approssimativa e una regia poco esperta; fra gli interpreti i nomi da ricordare sono quelli di Wayde Preston, Eduardo Fajardo, Nello Pazzafini, Graziella Granata e, soprattutto, del sempre ottimo (quando gli vengono affidate parti da truce) George Eastman; inoltre compare Tano Cimarosa, immancabile nei film di Caltabiano, e il regista si riserva una comparsata (cosa che tocca anche a Ennio Antonelli, storico caratterista del nostro cinema). Non un brutto lavoro e, per certi versi, perfino apripista per qualche titolo degli anni successivi (c'è qui già, a tratti, la verve delle pellicole con Bud Spencer & Terence Hill, in quel momento ancora 'in via di definizione'), ma comunque operina realizzata visibilmente senza tante pretese. 3/10.
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