Regia di Roberto Bianchi Montero vedi scheda film
Uno dei punti più bassi raggiunti dalla commedia italiana in quegli anni. La Pica arriva alla celebrità in età abbondantemente da pensione e, per quanto macchietta simpatica come personaggio di contorno, da sola non può assolutamente reggere un film. Qui l'innesto di Tognazzi è poco più che fittizio: compare solamente dopo tre quarti d'ora di film e dopo quindici minuti ne è bell'e che fuori. Svariate scene musicali tappano i grossolani buchi nella trama e le pesanti mancanze a livello di definizione dei personaggi: il colmo del patetico e del latte alle ginocchia si tocca quando in un saloon (e nel finale, tutti assieme per strada) si canta in coro Iamme ià. Deplorevole.
Lo sceriffo viene assassinato: prende il suo posto la vedova Carmela, di origini napoletane. La donna, all'antica e saldamente attaccata alle tradizioni italiane, riporta la pace in paese e non teme nemmeno l'arrivo del terribile bandito Colorado Joe. I metodi usati? Maccheroni a volontà e cantare Iamme ià tutti assieme in coro.
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