Regia di Hirokazu Koreeda vedi scheda film
Parlare di Kore'eda, per me, è diventato difficile. Non riesco a decifrare i suoi ultimi iflm, forse perchè confuso dalla nostra critica. E' vero che l'Europa vede/mette sempre la politica in certo cinema e di questi tempi, poi, dove è in atto la demolizione del concetto di vecchia famiglia in favore di un amore verso tutti i sessi, senza limiti e senza restrizioni, con adozioni e creazioni di qualsiasi tipo, tanto è l'amore quello che conta. Dunque un film come questo, Un affare di famiglia, che racconta attimi di "affetto", barlumi di famiglia dove i legami di sangue non ne esistono, non mi sorprende che abbia vinto a Cannes. Io non credo però che Kore'eda abbia voluto indirizzare il film verso questo concetto, anzi, è proprio la ricerca di una famiglia, che non esiste, a ferire tutti. Illusioni di un attimo che svaniranno per tutti. Straordinaria l'ultima sequenza della bimba in quel balcone, come chiusa in una prigione a guardare oltre le sbarre a cercare/ricordare "qualcosa".
Ho apprezzato moltissimo il suo cinema degli albori quando Ghezzi iniziò a passarlo su Rai tre. Che notti! Maborosi, Wonderful Life, Distance, un crescendo fino al capolavoro devastante Nessuno lo sa. Solo 4 film in 11 anni. Poi qualcosa ha perso, o meglio, non ha aggiunto. Resta comunque un bel film e il solo fatto di mostrare persone in difficoltà, povere, che abitano in una casa povera, vecchia, consumata, è una mazzata per il Giappone contemporaneo che sembra aver dimenticato i meno fortunati, ed è anche per questo che merita rispetto.
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