Regia di Damiano Damiani vedi scheda film
L'antieroe
Anni settanta, i cosiddetti anni di piombo. Le brigate rosse imperversano nel nostro Paese creando terrore e mietendo vittime tra le forze dell’ordine, magistrati, giornalisti e rappresentanti di istituzioni politiche.
In questo periodo drammatico, il regista Damiano Damiani gira un gran film che la critica cinematografica affossa quasi subito per poi, nel tempo, rivalutarlo.
Il film ha inizio con l’uccisione di un giudice e della sua scorta e con la conseguente protesta da parte dei tutori dell’ordine. Il brigadiere Ludovico Graziano è un poliziotto del sud che, arruolatosi per “fame”, suo malgrado si trova coinvolto in affari malavitosi a livello di servizi segreti deviati. Cerca di tirarsi fuori, ma non è semplice.
Una pellicola di denuncia e, nello stesso tempo, il regista cerca di uscire dai soliti schemi, dove il protagonista principale appare sempre come l’eroe, invincibile, immortale, privo di paura; mettendo invece in risalto i disagi, le problematiche e le debolezze umane. La frase, “Io ho paura”, verrà sottolineata durante tutta la narrazione.
Recitazione superba di Gian Maria Volonté che come al solito dimostra tutta la sua grande versatilità. Buone le musiche di Riz Ortolani.
Premierei la regia e l’interpretazione dell’attore protagonista.
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