Regia di Gaspar Noé vedi scheda film
Gaspar Noé è un regista che spinge il suo Cinema sempre in territori estremi e così facendo, prova a raccontare la sua visione della vita, che considera fondamentalmente anarchica, irrisolta, inutile e dimenticabile, "come una qualunque margherita di campo". Se il precedente "Love" era una formidabile e coraggiosa anatomia dell'amore, e mi piacque molto, così non si può dire di "Climax", tentativo ancora più estremo e allucinato. La trama non ha quasi importanza, la serie di ballerini techno/dance riuniti in un vecchio hotel immerso nella neve, non sono altro che il pretesto per una colonna sonora martellante (e che due palle, dopo un po') sopra cui proveranno delle danze, per tutti i primi quarantacinque minuti, fino a quando una droga allucinogena, gettata nella sangrìa, non porterà, ognuno di loro, a usicre di testa, trasformando il film in un'orgia psichedelica, in cui i ragazzi non hanno quasi più nessun controllo, regrediti a un'idea primitva di essere umano. Tutto qui, un pillolone lisergico che ha del buono solo nell'aspetto visivo e registico, (Noé non è un cretino), perché davvero non so come si possano sostenere questi novanta minuti di puro delirio. Ci si può appiccicare un qualche tipo di discorso politico, anarchico, nichilistico, ma a me pare tutto molto forzato. Lasciate ogni speranza o voi che entrate, perché "Climax" non lascia molto scampo. A me non è piaciuto, poi come sempre "de gustibus".
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