Regia di Olivier Assayas vedi scheda film
VENEZIA 75 - CONCORSO
Il bivio che la vita spesso offre è la possibilità di scegliere se restare legati a ciò che si è costruito e portato avanti con convinta determinazione, ovvero se lasciare tutto per cambiare rotta e adeguarsi ai mutamenti del tempo che passa.
Ecco allora che la "doppia vita" del titolo dell'ultima arguta e brillante fatica di Olivier Assayas, resta valida e pertinente sia dal punto di vista professionale, sia per quello che riguarda la sfera dei sentimenti privati di due coppie che - dipendenti tra loro per vari aspetti una dall'altra - finiscono per interagire una con l'altra.
Con risultati tragicomici, spesso esilaranti.
Da una parte un abile editore parigino dal gran fiuto, ma incapace di accettare una inevitabile conversione al "numerique" (ovvero al digitale), che il orogresso ormai impone al mondo dell'editoria, vive con un'attrice di talento ma sconosciuta fino a che non decide di passare dal teatro impegnato ad un serial poliziesco che la trasforma in diva in pochi giorni.
Dall'altra uno scrittore insicuro ed in crisi, che sa solo scrivere romanzi strettamente autobiografici, spesso presi di mira e denunciati dalle ex compagne che nei suoi romanzi si ritrovano invischiate, per giunta in modo gratuito.
A complicare la cosa, una storia d'amore clandestina tra l'attrice e lo scrittore, che si interseca con le avventure extraconiugali dell'editore.
Forte di uno script brillante e vorticoso che non perde un colpo e riflette con ironia e semiseriamente sulla velocissima evomuzione che ci frulla e modifica ogni giorno, imponendoci cambiamenti snche quando ne faremmo volentieri a meno, Doubles vies ci restituisce un Assayas in grande forma, brillante e ironico dopo il passo falso - a mio giudizio clamoroso - degli esercizi "spirituali" dell'imbarazzante, serioso, ma di fatto spesso ridicolo Personal Shopper.
Il trio di star francesi un po' isteriche, un po' irresistibili, rappresentato da Canet/Binoche/Macaigne fa letteralmente faville.
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