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Nuestro Tiempo

Regia di Carlos Reygadas vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Nuestro Tiempo

di obyone
4 stelle

Natalia Lopez

Nuestro Tiempo (2018): Natalia Lopez

 

Venezia 75. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.

Non mi è piaciuto. Potrei chiudere qui la mia dissertazione su questo film ma penso sia giusto fare lo sforzo di argomentare il motivo di questa mia opinione. Lo merita chi ha la voglia di leggere questo intervento. Immagino che farò rabbrividire, se non addirittura infuriare, coloro che seguono le fatiche del regista messicano con trasporto e passione.

Ho cercato di farmelo piacere per l'intera durata della proiezione nella speranza che una qualche scintilla illuminasse il percorso narrativo destandomi da una possibile dormita indotta da un ritmo lento e da un approccio inconcludente. Non parlo di pochi minuti tra le altre cose. Reygadas mi ha chiesto tre ore di tempo ed ha avuto tre ore per far decollare questo suo lavoro oltre il profilo di un'ambientazione da cartolina, oltre gli spazi di un ranch da milionari avvolto in una natura passionale, oltre un finale allegorico che non sono certo di avere inteso visto che i protagonisti della contesa non si sono presi a cornate come gli animali lasciano intendere. Peccato perché il film era partito bene con una lunga sequenza animata da bambini chiassosi e ragazzini in amore lungo le rive di uno stagno melmoso a muovere i primi passi nella vita (le lotte di genere, gli amori, il sesso). Peccato perché questo excursus nel mondo giovanile, per quanto interessante e corposo, si è dimostrato vano nell'economia di un racconto in cui l'attore Reygadas si prende tutto lo spazio fisico e temporale per raccontare il rapporto "aperto" con la moglie che va a letto con un gringo al soldo del marito. Il film è tutto qui e l'argomento era di per sè interessante se, per l'appunto, il regista Reygadas non lo avesse trasformato in uno luogo metafisico volto ad alimentare il proprio narcisismo intellettuale. Non a caso il suo personaggio è uno scrittore radical chic, di quelli che si affidano al verbo per razionalizzare e interiorizzare ogni cosa compreso un tradimento. Un tal lavoro di raziocinio intellettivo che non lesina il voyerismo e la perversione nel mentre il protagonista invita, con paroloni da Pulitzer, il cow-boy americano a scoparsi la moglie. Perché diciamocelo pure, chi di noi non farebbe pervenire un invito in ceralacca per dimostrare il proprio temperamento liberale? Se poi, una delle volte in cui la nostra compagna si intrattiene tra urla, che ci ricordano il bestiame della fattoria, e contorsionismi, e noi ci nascondiamo dietro un paravento per guardare, allora abbiamo dimostrato la nostra libertà di pensiero fino al parossismo. Ma il problema non è tanto l'oggetto della dissertazione che per altro non mieterà consensi plebiscitari perché la vita è ben altra cosa e, soprattutto, è ben altro il rispetto per le donne qui ridotto ad un giochetto da arrapati, ma è il modo in cui viene raccontata in prima persona da un regista che non si fa scrupolo di asservire al proprio progetto moglie e figli per raccontare il proprio compiaciuto punto di vista.

 

scena

Nuestro Tiempo (2018): scena

 

L'idea di disquisire del travaglio emotivo era comunque interessante e il punto di vista della protagonista (l'attrice e moglie del regista Natalia López) veniva sviluppato con cognizione fintanto che il desiderio di stupire o forse di superare il limite del tollerabile non mandava tutto in vacca (per rimanere nel corollario) con scene di sesso pruriginose a distogliere l'attenzione dal nocciolo della questione ossia gli effetti emotivi del tradimento e delle bugie. La provocazione prima di tutto? Questione di botteghino in barba alle declamata libertà espressiva? Avendo visto Escalante qui in concorso avrei dovuto sospettare che l'allievo avesse imitato il maestro.

Ho provato a seguire uno scampolo di conferenza stampa il giorno seguente. Reygadas ha risposto alla domanda di un giornalista sulla libertà con cui può disporre nella rappresentazione della natura e dei corpi (il suo però rimane ben nascosto) e si è lasciato andare a considerazioni circa la presenza in concorso di ben 18 film occidentali. Vorrei dire che il suo film, permeato com'è di un classismo esasperante alla stregua della vecchia Hollywood, lascia ben poco alla causa "terzomondista". Qui si allevano tori per diletto, si mette in mostra la "superiorità" intellettuale dello scrittore, si prende o si lascia quello che si vuole, si consuma un rapporto ed un amore come un oggetto, si mandano i figli al college, il contadino fa l'autista ai marmocchi. Alla spocchia non c'è proprio fine. Un vero peccato perché il talento c'è ma viene usato in un noioso processo di autocelebrazione 

 

Carlos Reygadas

Nuestro Tiempo (2018): Carlos Reygadas

 

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