Regia di Dante Lam vedi scheda film
20 FEFF UDINE
Sulla falsariga di fatti drammatici effettivamente accaduti, in una missione affrontata dalle forze della Marina militare cinese per evacuare un gruppo di cittadini cinesi bloccati nello Yemen nel 2015, Operation Red Sea racconta le incredibili drammatiche vicende in cui vengono coinvolti i membri della Squadra d'Assalto Jiaolong, gruppo scelto della Marina cinese, operante nelle situazioni di estrema emergenza.
Dopo aver sgominato un attacco pirata ai danni di un cargo cinese nelle acque somale, il comando viene inviato in tutta fretta ad evacuare alcuni cittadini cinesi presenti nell'ambasciata dello stato (fittizio) di Yewaire, devastato da una sanguinaria guerra civile.
Tutto pare andare liscio, almeno fino a quando un gruppo di terroristi prende in ostaggio uno scienziato cinese allo scopo di impadronirsi di detonatori nucleari in grado di fare la differenza.
Lam, forte di un budget da 71 milioni di dollari, realizza il suo film più costoso e ambizioso, un rush senza tregua in cui l'azione si mangia i protagonisti, inevitabilmente spersonalizzato, e coinvolti in un meccanismo ad orologeria in cui essi si riducono, loro malgrado, a semplici strumentali tasselli: ne scaturisce un thriller bellico ed adrenalinico irresistibile, tutto attentati ed esplosioni, raffiche di mitra e altre armi micidiali, carri armati e bindati in inseguimento nel desertro, e, come se non bastasse, una tempesta di sabbia che annulla quel mare (Rosso) citato nel film, il cui blu rassicurante ritorna solo (dopo l'inizio adrenalinico con i pirati da sgominare), nelle ultime e rasserenanti immagini che segnano l'epilogo ad una vicenda complessa, senza un attimo di tregua, ma in grado di appassionare.
Un film che, per stile di ripresa, perizia tecnica sbalorditiva, ricorda in più occasioni l'altro ottimo action bellico, americano però, diretto dal grande Ridley Scott: Black Hawk Down.
E Dante Lam si conferma un regista action affascinato, quasi innamorato, delle forze dell'ordine, impegnato com'è anche stavolta, dopo The Sniper e The Viral Factor ed altre pellicole ancora, a celebrarne le eroiche organizzate gesta, e a tal fine ad orchestrare scene di massa spettacolari, esaltate e così adrenaliniche da risultare in qualche modo celebrative, forse esagerate ed esaltate, ma anche così magistralmente organizzate, per cui risulta impossibile non rimanerne avvinti ed attanagliati.
Si esce dalla proiezione un pò storditi, lo ammetto, con un desiderio impellente di cambiare rotta e di rifugiarsi nell'intimismo di una storia più piccola tutta sfumature interiori; ma l'occhio rimane folgorato, ammirato, avvinto da tanta perizia tecnica, rivalutando, se necessario, il ruolo coordinante e centrale del regista, e di tutto un cast tecnico-esecutivo che funziona e sa organizzarsi in modo millimetrico e preciso, creando un congegno ad orologeria che tende alla perfezione.
Ma la particolarità più curiosa del film è, a mio avviso, osservare come la Cina si presenti oggi, e voglia apparire fermamente agli occhi del mondo, una nazione liberale e garante delle libertà fondamentali inerenti la sfera umana e privata, alla stregua di quegli Usa che invece da anni (per fortuna) hanno abbandonato, almeno in parte, certo patriottismo ridontante e sin pedante tanto caro a molti action anti regime ed anti presunta invasione rossa, con eroi-garanti ruvidi ed onesti tutto mitra spianato e buon cuore di fondo.
Rifugiandosi a trovare i cattivi spietati e dall'occhio indiavolato in un'Africa che in effetti ancora oggi più che mai rimane incongruamente il continente più ricco di risorse, ma il più povero e deperito rispetto a tutti gli altri del globo.
Una nazione grande quasi come un continente che vuole togliersi di dosso lo stampino preconfezionato di paese dedito unicamente ad una sovrapproduzione di merce contraffatta a suon di sfruttamento della forza lavoro, ma che ama ergersi e mostrarsi a nazione garante della pace e della libertà di intrapresa, ove questa sia lecita e coerente con le disposizioni normative, etiche e morali.
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