Regia di Margarethe von Trotta vedi scheda film
La moglie di un magistrato, ucciso per le indagini su un traffico d’armi, prosegue l’inchiesta in memoria dell’uomo.
All’indomani delle stragi di Capaci (23 maggio 1992) e via D’Amelio (19 luglio), sentendo il bisogno di documentare quel drammatico momento storico vissuto dall’Italia, la regista gira un istant-movie di fantasia dietro cui si cela una lettura ben precisa di alcuni eventi realmente accaduti, nelle intenzioni molto simile allo spirito critico che animò Pasolini quando scrisse il tristemente famoso articolo “Cos’è questo golpe? Io so” (Corriere della Sera, 14 novembre 1974).
Nonostante abbia vinto 3 Globi d’oro, lo scottante argomento ne ha decretato di fatto l’invisibilità (si ricorda un’anteprima proprio a Palermo) e irreperibilità, se non come rara VHS ex noleggio, presente in qualche archivio (Cineteca di Bologna, Mediateca Toscana e del Comune di Brescia) o come nel caso di chi scrive recuperato in occasione di una retrospettiva dedicata all’autrice.
A fronte del cast di grossi nomi a disposizione – tutti adeguati alla parte –, l’urgente ansia di denuncia civile viene però sminuita dallo schematico soggetto di Felice Laudadio, che firma l’altrettanto meccanica sceneggiatura, accompagnata dall’efficace commento musicale di Morricone, giustamente premiato (il vocalizzo sulla title-track è del soprano Mariella Devia).
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