La recensione su Sol Alegria

di alan smithee

6 stelle

MUBI

Una eccentrica famiglia di anarchici commette un attentato contro il regime che opprime un Brasile distopico e oppresso e si mette in fuga, giungendo a rifugiarsi nella comunità semi clandestina di Sol Alegria, villaggio sperduto tra la foresta amazonica in cui le regole e la piramide sociale è in qualche modo organizzata all'inverso, con i pastori che occupano le più prestigiose cariche politiche del villaggio, e una comunità di suore coltivatrici di cannabis costituisce una sorta di esercito per la protezione e difesa dei confini di quell'utopistico villaggio.

Armare le suore, peraltro assai predisposte alla risposta armata, è uno dei primi stratagemmi della folle famiglia per organizzare la resistenza al regime.

Ma la notizia che una apocalisse è ormai prossima ed il pianeta non parrebbe avere più scampo, spinge la comunità a concentrarsi su questa più impellente problematica e a tirar fuori una sorta di mappa in grado di condurre ad un portale che, forse, potrebbe scongiurare l'annunciata fine.

E' un bel rompicapo folle e scatenato questo Sol Alegria dell'eccentrico regista brasiliano Tavinho Teixeira, che ricorda un po' gli esordi pazzerelli ed eroticamente pruriginosi di Pedro Almodovar.

Forse anche a causa del particolarmente tribolato periodo storico-politico che grava sul grande paese sudamericano, il film alimenta ed ispira sarcastiche e pungenti riflessioni a proposito della insaziabile ed ottusa classe politica ed economica dominante, sognando un esilarante e proprio per questo scanzonato ed improbabile riscatto di una schiera di designati perdenti, armati di sole buone intenzioni e di uno spirito di avventura contaminato da una buona dose di sana follia.

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