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Il cinico, l'infame, il violento

Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film

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La recensione su Il cinico, l'infame, il violento

di mm40
2 stelle

Se il commissario Betti era un vero figo e sgominava i più temibili delinquenti a frotte senza neanche fingere di impegnarsi, questo commissario Tanzi (notare l'eccellente fantasia nella scelta dei nomi: sempre 5 lettere, medesima disposizione di vocali e consonanti) fa pure di meglio. Entro la fine della storia riesce a mandare a marcire in galera tutti i suoi acerrimi nemici (quelli che ha lasciato vivi, si intende, chiaramente) nonostante fosse morto dopo appena tre minuti di film! Prodigioso, questo Tanzi: serviva davvero - e soprattutto è un personaggio originale, dalle mille sfaccettature, ben caratterizzato rispetto al Betti che Lenzi aveva diretto proprio in quei mesi in Napoli violenta. Diciamo la verità: se Betti era una creatura di Mannino (e Girolami/Martinelli), questo Tanzi è opera di Dardano Sacchetti, Umberto Lenzi ed Ernesto Gastaldi: ecco l'elenco completo di tutte le differenze fra i due. Già, purtroppo: che tristezza. Erano, questi, anni di un cinema sempre più povero di finanze (carenza perdonabile) e di contenuti (colpa gravissima, altrochè), in cui titoli, personaggi, storie si rincorrevano in uno stretto e chiuso circolo sempre più blando e stanco. Il fatto poi che il regista qui abbia scelto un titolo che si ispira direttamente a Il buono, il brutto e il cattivo, lungi dall'essere questa gran trovata o novità, è proprio un insulto a Sergio Leone, un insulto neanche bello e buono, ma brutto e cattivo (appunto). Ceffoni con l'eco, sparatorie come se le cartucce fossero gratis, litri di sangue, che non si può certo lesinare; violenza cieca, nessuna fiducia nelle forze dell'ordine, giustizia privata, gang di assassini senza nulla da perdere, nessun valore alla vita umana: insomma, la solita polpettaccia che in quel periodo veniva propinata serialmente allo spettatore goloso di ritmo, emozioni, brutalità. L'appunto da fare è sempre lo stesso, con Lenzi: se la cava discretamente nelle scene d'azione. Ma il resto è davvero penoso e bisogna ringraziare Milian se riscatta con la sua interpretazione un personaggetto bolso e scritto in fretta come quello del Cinese; mentre parlare male di Merli come attore è semplicemente sparare sulla croce rossa. E dopo aver visto Il cinico, l'infame, il violento, chi ha più voglia di sparare? 3,5/10.

Sulla trama

Il commissario Tanzi è uscito dalla polizia da sei mesi, ovvero da quando ha mandato in galera il Cinese. Che però evade ed è deciso a vendicarsi; ma Tanzi, anzichè scappare come gli suggeriscono gli ex colleghi, va proprio a stanare il Cinese, che nel frattempo si è già inserito proficuamente in un grosso giro di estorsioni.

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