Regia di Francesco Rosi vedi scheda film
Sebbene già orientato verso un'opera di denuncia, che ne avrebbe caratterizzato una notevolissima carriera cinematografica, I magliari appare un film coraggioso da un lato: la descrizione delle condizioni degli emigranti in Germania, la solitudine di questi rispetto al resto della popolazione (le uniche opportunità di incontro sono in qualche night club o nella speranza di imbrogliare qualcuno), la struttura pressochè "mafiosa" della società in cui i protagonisti operano. Dall'altro rimangono alcune incertezze relativamente alla componente comica della vicenda (che comunque appare efficace per non creare una vicenda quasi portata al melodramma), tutta appoggiata sulle spalle di Sordi. Al di là delle possibili accuse, circa la tendenza di Albertone a riproporre un personaggio un po' monocorde, fatto di mosse, espressioni e tic piuttosto ripetitivi nella sua straripante carriera, si ha la sensazione dell'incertezza del regista ad avere a che fare con una messinscena un po' fuori dal dramma che lo avrebbe contraddistinto.
Oltre ad una gelida ambientazione tedesca, considerata l'epoca è da notare la vivida, quanto squallida, la descrizione dei night o dei quartieri a luci rosse delle città, l'atteggiamento brutale dei protagonisti.
Eccezionale "l'assolo" finale di Sordi che in un ennesimo slancio di autoassoluzione, parla dei suoi futuri piani fuori dal continente europeo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta