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I magliari

Regia di Francesco Rosi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I magliari

di axe
7 stelle

Il giovane toscano Mario Balducci si è recato in Germania in cerca di lavoro; non avendolo trovato, è prossimo, affranto, al rientro in Italia. S'imbatte in un "magliaro", un venditore di stoffe, di Roma, Ferdinando detto Totonno, il quale applica metodi truffaldini per condurre la propria attività. Totonno prende Mario sotto la sua protezione; insegna i trucchi del mestiere, compresi quelli più "sporchi". Di lì a poco, il romano sceglie di rendersi indipendente dal suo datore di lavoro, il napoletanto Don Raffaele Tramontano, recandosi ad Amburgo e portando con sè alcuni "magliari". Qui incontra difficoltà nel rilanciare l'attività, dovendosi scontrare con un'agguerrita concorrenza, gestita da immigrati polacchi. Nel frattempo, Mario è diventato l'amante di Paula, moglie del finanziatore del gruppo, Mayer. In difficoltà, Totonno, pensa di sfruttare la situazione, ma non riesce nel suo intento. Ed il rapporto tra Paula e Mario non avrà vita lunga. Diretto da Francesco Rosi, "I Magliari" è un film drammatico dalle diverse e complesse tematiche. La prima di esse è la "qualità" dell'emigrazione italiana; specchio delle'eterogeneità nazionale è la varietà di personaggi e dinamiche connesse, rintracciabili nella Germania Ovest, la "terra promessa" di persone volenterose, ma anche di imbroglioni, faccendieri, traffichini, interessati ad arricchire rapidamente ed in qualunque modo possibile. Cosa accomuna Mario ed altri operai, ai "magliari" che agiscono nel racconto ? Le origini. Toscana, Campania, Lazio ... tutta l'Italia è patria di gente miserabile ed affamata, costretta, per star bene o anche semplicemente sopravvivere, a recarsi all'estero. In molti raggiungono la prosperità grazie al duro lavoro; altri con sotterfugi e macchinazioni. Altri ancora non riescono e sono costretti al ritorno in Italia segnati dalla vergogna del fallimento, non necessariamente per loro colpa. E' il caso di Mario Balducci; egli, non avendo ottenuto un'occupazione - probabilmente a causa del suo essere una persona corretta e dall'apparenza tanto fragile da sembrare privo di "scorza" - è prossimo al rientro in patria. E' "salvato" da Totonno, un romano facoltoso e ben vestito terrorizzato dal rischio di tornare in quella condizione di povertà dalla quale è uscito in maniera poco corretta. Totonno, pur non avendone necessità, fa il ... passo più lungo della gamba, e ciò rappresenta la sua rovina. Il confronto con Don Raffaele, che egli guarda con un po' di disprezzo a causa delle origini napoletane, non è facile. Mentre il losco maggiorente briga per riprendere in mano il completo controllo dei venditori di tessuti, altri personaggi, anch'essi originari di nazioni limitrofe, visto invadere il "loro" territorio, minacciano i poco agguerriti concorrenti italiani. E' la fine delle speranze di Totonno, che si scaglia contro Mario, rimproverandogli l'ingratitudine. E si giunge, dunque, alla seconda tematica, il rapporto controverso che nasce tra Paula ed il giovane Toscano. La giovane e piacente donna tedesca è abituata a tradire il marito, evidentemente poco interessato a lei; tuttavia, quella con Mario non è un'avventura come le altre. Ella prova un sentimento molto favorevole nei confronti dell'italiano; ne apprezza la dolcezza, la timidezza, la correttezza. E se ne sente accomunata in virtù delle origini umilissime. Ad Amburgo, Arriva a condurlo in una bettola nella quale, tra operai e soggetti dall'aria poco raccomandabile, passava del tempo prima di raggiungere il benessere, ottenuto con ogni evidenza a seguito di umiliazioni e compromessi. Paula ben conosce il mondo e tiene testa alle insidie che giungono, tramite il confuso Mario, da Totonno. Ma il rapporto non può durare. L'operaio toscano, disgustato da quanto accaduto tra Totonno e Don Raffaele, sceglie di tornare in Italia. Può farlo a testa alta; povero, ma onesto e coerente. Paula rifiuta categoricamente di seguirlo; non può rinunciare a quanto, a duro prezzo, ha ottenuto nella madrepatria. Mario, un ragazzone pieno di buona volontà, ingenuo ma in grado di preservare la propria dignità, è interpretato da Renato Salvatori; Alberto Sordi è Totonno, prototipo del romano spaccone, critico nei confronti degli emigrati da altre zone d'Italia, in particolare la Campania. Essendo abituato a fingere pur di piazzare qualche pezza, non è chiaro quando faccia la commedia (o la tragedia) e quando sia serio nell'esprimere i propri sentimenti. Ciò spiazza il povero Mario, il quale ricambia con un affetto genuino l'affabulatore romano, pur non assecondando i suoi intrighi. La sfortunata, poichè deceduta ancore giovane, attrice britannica Belinda Lee è Paula. Donna di mondo, è stata suo malgrado costretta ad utilizzare le arti della seduzione, prima per sopravvivere, poi per effettuare una scalata sociale. Come Totonno, anch'ella è terrorizzata dal rischio di poter perdere quanto ottenuto e dover pertanto tornare alla miseria delle origini. Il contesto sociale rappresentato è quello degli emigranti italiani; essi si riuniscono tra loro, cercando di mantenere vive le tradizioni delle terre in cui sono nati, per non soffrire troppo la nostalgia. Sulle tavole dei loro ritrovi vediamo vino e generose porzioni di pastasciutta. Ognuno s'ingegna come può; non tutti parlano bene la lingua - Mario quasi per nulla, Totonno un tedesco "maccheronico" che ha il sapore di presa in giro verso i cerimoniosi ed ingenui (ma non troppo) signorotti germanici cui tenta di vendere i tessuti - ma questo sembra non essere un problema. Italiani, polacchi, genti di altre etnìe, la stessa Paula, la quale riferisce di aver viaggiato in Italia, rappresentano una varia umanità in lotta contro la povertà, alla ricerca di una vita migliore, un benessere da raggiungere ad ogni costo; con il lavoro, con l'inganno, con un misto tra i due; il tutto con alterne fortune. Toni a tratti da commedia, ma contenuto molto drammatico, contraddistinguono il racconto, dal ritmo molto equilibrato. Francesco Rosi racconta storie di europei in competizione lungo la strada dello sviluppo. E' un percorso duro, in molti non riescono a portarlo a termine. Interessante rappresentazione del contesto, non celebrativa ne' "buonistica". Da vedere.

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