Il quarantacinquenne Frank gestisce una compagnia di trasporti marittimi a Ginevra. Il lavoro e lo spirito imprenditoriale sono il cuore della sua esistenza. Un giorno, un clandestino viene trovato a bordo di una delle navi mercantili di cui è responsabile: riportarlo indietro significherebbe far perdere alla compagnia centinaia di migliaia di dollari e, per tale ragione, Frank ordina che venga gettato fuori dall'imbarcazione. Quando i suoi capi scoprono l'incidente, Frank viene licenziato. In preda a rabbia e vergogna, Frank nasconde la verità ai suoi più stretti familiari e continua a prendere denaro in prestito per continuare il suo lussuoso stile di vita. La bugia va avanti fino a quando non arriva la giornata in cui dovrebbe portare al lavoro con sé la figlia piccola Mathilde: non sapendo dove andare, la porta prima al supermercato, poi a un centro di distribuzione e infine al porto di Anversa. Ripercorrendo la catena di distribuzione a ritroso, Frank ripercorrerà la sua vita e troverà il coraggio di affrontare le sue azioni.
Buon esordio, che alle riflessioni non banali sulle zone grigie dell'etica nelle moderne società dei consumi ed al rigore di una messa in scena di camere a mano ed essenzialità dei dialoghi, avvicenda lo schema prestabilito di un vuoto pneumatico che sente il bisogno, forse troppo, di essere spiegato sin nei minimi particolari.
Manager di una importante società di logistica, Frank prende una decisione impulsiva che lo porta al licenziamento. Scoprirà ben presto che le contestazioni deontologiche che gli imputa la compagnia e quelle morali per cui viene additato dagli stessi familiari, sono sono il paravento di una subdola ipocrisia che mira al profitto ad ogni costo ed al mantenimento di un irrinunciabile… leggi tutto
Manager di una importante società di logistica, Frank prende una decisione impulsiva che lo porta al licenziamento. Scoprirà ben presto che le contestazioni deontologiche che gli imputa la compagnia e quelle morali per cui viene additato dagli stessi familiari, sono sono il paravento di una subdola ipocrisia che mira al profitto ad ogni costo ed al mantenimento di un irrinunciabile…
Il lavoro sporco. Qualcuno lo deve pur fare. Senza pensare che, una volta compiuta la missione, forse ci si troverà soli, con la coscienza lurida, fra la generale incomprensione e ingratitudine, sequestrati dal ricordo del male causato. Un padre di famiglia, per motivi professionali, si macchia di un terribile delitto. Per salvare la compagnia dimentica la propria umanità.…
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Buon esordio, che alle riflessioni non banali sulle zone grigie dell'etica nelle moderne società dei consumi ed al rigore di una messa in scena di camere a mano ed essenzialità dei dialoghi, avvicenda lo schema prestabilito di un vuoto pneumatico che sente il bisogno, forse troppo, di essere spiegato sin nei minimi particolari.
leggi la recensione completa di maurizio73Andare avanti, quando non si può più tornare indietro. Uscire dal passato. Si può, continuando a sbagliare.
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