Regia di David Verbeek vedi scheda film
13° FESTA DEL CINEMA ROMA - SELEZIONE UFFICIALE
Un giovane fotografo free lance olandese si trova in viaggio a Taipei, e, affascinato dalla realtà urbana della grande città, nonché appassionato di urbanistica e installazioni aboitative e civili, sta cercando di accumulare materiale per una sua pubblicazione su commissione. Per caso una sera, scorge una bambina dall'aria triste, occupata a destreggiarsi col suo ingombrante aquilone illuminato, mentre si trova sopra un terrazzo di una delle fatiscenti e degradate strutture abitative di un quartiere popolare della grande metropoli.
La foto che ne scatiurirà, diventa importante al punto per il fotografo, da indurlo a sceglierla tra le tante come copertina della pubblicazione che i suoi finanziatori stanno decidendo se dare alla luce.
L'occasione da un lato ci permette di intrufolarci nell'intimo della vita familiare della ragazzina, e poi di spostarci su quella del fotografo che, tornato in patria, si trova a dover fare i conti con una solitudine che è più una scelta che una condizione forzata, lui ragazzo di bella presenza e di talento, che tuttavia rifugge le masse per osservarle da lontano, come uno studioso da un telescopio che si occupa del fenomeno misterioso ed affascinante dei buchi neri, alla cui purezza ed essenzialità il fotografo tende ed anela.
Un film intenso, intimo e pure complesso che spazia tra due realtà assai differenti non solo logisticamente, ma anche culturalmente, avvolgendo lo spettatore in una affascinante e non sempre molto chiaro e facilmente comprensibile viaggio interiore ed intimo proteso a sondare l'intimità del protagonista, e quella delel persone che con le sue foto divengono protagoniste di storie vere o plausibilmente probabili.
Certamente una pellicola affascinante, un pò misteriosa ed indecifrabile, che sa tuttavia attrarre a sé con le sue riflessioni pure e così intense, anche lo spettatore più diffidente, in cerca di un nesso logico tra le vicende più concreto di quello che ci viene rilasciato e rivelato.
Verbeek, al suo quarto lungometraggio, prosegue il suo viaggio a contatto con la cultura dell'Est del globo, e diviene un autore interessante che sarà bene seguire nella sua evoluzione futura.
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