Regia di Joel Potrykus vedi scheda film
TFF 36 - AFTER HOURS
L'apocalisse vissuta sul divano. Si perché la fine del mondo, opera e concausa della famigerata minaccia da Millennium bug nel passaggio del millennio ultimo scorso, pare ormai sopraggiunta; ma Abbie ha troppo da fare: deve cercare a tutti i costi di raggiungere il livello massimo del suo videogioco di Pac-Man, prezzo necessario da pagare per vincere la scommessa ai danni del sadico ed altrettanto disgustoso fratello del nostro fetido uomo.
E per farlo, oltre a giocare bene, non può permettersi di staccarsi dal divano su cui è seduto da chissà quanto tempo. Nonostante il perfido parente tenti di distrarlo, giocando maliziosamente sulle necessità impellenti dell'uomo, come bisogni fisici inevitabili e esigenze di nutrimento che intervengono come diversivi pericolosi.
Continuare a qualsiasi costo, senza transigere. Anche se alcuni personaggi ancor più bizzarri ed inquietanti dello scalcinato protagonista, faranno irruzione all'interno della sua disordinata, fatiscente e maleodorante intimità casalinga; per non parlare di ciò che pare stia accadendo fuori.
Dopo Ape (2012) e Buzzard (2014 - visto ed apprezzato a Locarno), si riforma per la terza occasione l'accoppiata tra il regista indipendentissimo Joel Potrykus ed il nuovo Buster Keaton lercio e fetido Joshua Burge (in questo film la somiglianza tra l'attore e lo straordinario comico è fortissima, anche a livello di mimica facciale), in un film folle che celebra il funerale del vecchio secolo e millennio, e ci prepara le basi - tutt'altro che rassicuranti - per un nuovo millennio "apocalittico".
Nulla di veramente eccezionale, stavolta, ma un film trucido e irriverente che gioca a provocare un senso di repulsione scanzonata e sardonica, che ha qualche furba carta nel mazzo per farsi apprezzare da un pubblico di trucidi appassionati e nerds incalliti, convinti ed inguaribili.
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