Regia di Rino Di Silvestro vedi scheda film
Mimì, di famiglia siciliana nobile, ha ormai una certa età e non sembra proprio un esempio di maschio virile, anzi: i genitori temono sia impotente o omosessuale, mentre sua sorella trama nell'ombra per farlo diseredare. Mimì viene anche mandato da una bella psicanalista, che ovviamente risolverà con facilità il caso.
Se si considera che Bello di mamma è quasi sicuramente la pellicola più 'digeribile' per il grande pubblico mai girata dal modestissimo mestierante Rino Di Silvestro, si capirà facilmente la portata artistica della carriera di questo artigiano del 'genere', più che altro dedito a erotismo e dintorni. Regola cui non sfugge neppure qui, certo: il film è un concentrato di scenette dai contenuti più o meno pruriginosi, con una sceneggiatura (del regista e di Luigi Grosso, il produttore) scialba e zeppa di luoghi comuni - peraltro già stravisti - sull'onore virile e sull'importanza di essere masculo in terra siciliana: nel 1980 il materiale è già stato ampiamente trattato sul grande schermo e, per dirla tutta, non è neppure più così interessante come poteva esserlo (con i giusti toni e personaggi a tutto tondo, lì sì) nel Divorzio all'italiana germiano del 1961. La fattura del lavoro è comunque lievemente superiore a ciò che ci si potrebbe aspettare considerando il materiale a disposizione e la regia di Di Silvestro; è anche merito di un reparto interpreti che può vantare qualche presenza davvero notevole e una selva di nomi comunque dignitosissimi: Philippe Leroy, Carole Andrè, Tuccio Musumeci, Jenny Tamburi, Carmen Scarpitta e, in una particina, compare anche Anna Kanakis. La colonna sonora sbarazzina e allegrotta è opera - un nome, una garanzia - dei fratelli De Angelis. 2,5/10.
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