Regia di Guy Hamilton vedi scheda film
Spettacolo e ironia non difettano, ma a conti fatti marginalizzano qualunque possibile ambizione meno futile.
Un capitolo godibile ma più spento, prodotto con svogliatezza e velocità – e col ritiro di Harry Saltzman a metà lavorazione – per battere il ferro finché era caldo (l'episodio precedente aveva avuto una fortuna impressionante al box office). La trama è sfilacciata e Guy Hamilton in regia si limita al compitino, ma il ritorno di Richard Maibaum al copione, affiancato dal Tom Mankiewicz di Vivi e lascia morire, assicura uno sguardo sull'attualità (la caccia alle fonti rinnovabili innescata dalla crisi petrolifera). Nonostante la fama che ha raccolto tra i fan e la classe di Christopher Lee, lo spietato Francisco Scaramanga rimane un villain alquanto scialbo, sorpassato in incidenza da Nick Nack, suo fidato lacchè pigmeo (Hervé Villechaize, poi rivisto nella serie TV Fantasilandia), che comanda elettronicamente un onirico labirinto di attrazioni da luna park orrorifico, tra specchi wellesiani, cowboy di cera e illusioni ottiche che puntano una luce sul talento da scenografo di Peter Lamont, futuro premio Oscar per Titanic (a cui viene da pensare osservando il geniale set obliquo che si ispira al relitto della Queen Elisabeth). Fra 007 (Roger Moore) e Scaramanga si accende una gara di vis virile (come competere con tre capezzoli e una canna d'oro?), ma James Bond non è mai stato così piatto come personaggio. Spettacolo (il carpiato per aria dell'automobile) e ironia (lo sceriffo in trasferta) non difettano, ma a conti fatti marginalizzano qualunque possibile ambizione meno futile. Britt Ekland non è certo indovinatissima come Bond girl. Basato sul romanzo di Ian Fleming.
The Man with the Golden Gun, debole brano composto per i titoli di testa e di coda, è cantato dalla scozzese Lulu. Soundtrack di John Barry.
Voto: 6 — Film DISCRETO
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta