Regia di Jim Cummings vedi scheda film
CANNES 71: CANNES ACID - CINEMA OLTRECONFINE
Il poliziotto Jim Arnaud ci viene presentato in uno dei suoi giorni più duri e drammatici: quello del funerale dell'amata madre, che lo vede coinvolto come unico presente dei tre figli della defunta, impegnato come può, vincendo la ritrosia e la timidezza che lo contraddistingue, a cercare di manifestare in pubblico un ricordo degno di un figlio nei confronti di un genitore a cui egli ha voluto bene, senza magari essere riuscito a dimostrarlo pienamente. E dopo un tentativo goffissimo di celebrare il genitore "reinterpretando" (comicamente a causa del default improvviso dell'apparato stereo portatile rosa programmato per coadiuvarne il mini-show improvvisato) il suo motivo del cuore, l'uomo torna alla sua grigia quotidianità.
Una vita spesa tra lavoro, con un superiore che non perde occasione per sminuirlo o denigrarlo in pubblico, qualche amico per fortuna schietto ma sincero, ed una famiglia in corso di disgregazione dopo che la moglie, depositaria di un oscuro problema che la affligge, lo ha lasciato e lo tratta con immotivata superiorità, e la figlia bambina lo snobba e si vergogna di lui.
Quella di Jim è un'esistenza tragicomica di un uomo mite e generoso che, con tutti i limiti insiti nella propria personalità e nel proprio modo di essere, tira innanzi ostentando la sua disincantata buona fede e l'onestà di fondo che lo guida nell'affrontare le diverse asperità che la vita spesso mette dinanzi od ognuno di noi.
Un personaggio esemplare a cui l'ottimo Jim Cummings dà vita in qualità di autore dello script, di regista e di protagonista (una strepitosa performance capace di passare dal riso al pianto senza tralasciare ogni opportuna sfumatura, quando si esibisce comicamente, ma anche con tutta la tragicità del caso, a mimare, anzi ahimè cantare, il pezzo di Bruce Springsteen amato dalla compianta madre). Con il suo aspetto piacevole, la sua aria da bravo ragazzo con l'espressione dolente di chi subisce in silenzio senza lamentarsi troppo, ma si batte nel contempo affinché le ingiustizie più indiscriminate vengano fatte cessare, il nostro Jim è un personaggio molto più complesso e drammatico di quello che il film, già dalla locandina accattivante ed ironica, potrebbe far pensare.
La storia infatti si dispiega puntando sul lato umano fragile, ma a suo modo determinato, di questa brava persona, in grado alla fine di rivendicare il proprio diritto e la propria dignità di genitore ideale, in grado di maritarsi un affidamento negato da una burocrazia cieca e insensibile.
Una bella sorpresa, agrodolce senza rinunciare ad un pizzico di folle ironia, forte di un personaggio a dir poco memorabile, dalle movenze scolpite e caricaturali degne di un fumetto originale, in un film indipendente di provenienza Sundance Festival, ed approdata successivamente anche al Festival di Cannes nella rassegna collaterale Acid.
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