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Un gruppo di speleologi trova una galleria sotterranea mai esplorata e si apre un varco per poterla studiare. La circostanza permette ad un'orda di pipistrelli preistorici, resi ciechi dalla forzosa costrizione a vivere al buio, di farsi largo nei cieli del pianeta, mettendo in atto un vero e proprio stillicidio che si tramuta, in poco tempo, in una vera e propria catastrofe, in grado di decimare oltre ogni altra calamità naturale mai occorsa, le sorti del regno umano ed animale sulla Terra.
Viviamo le drammatiche conseguenze di questa tragica catastrofe dal punto di vista di una famiglia come tante, padre, madre, due figli e nonna più un amico del padre che i ragazzi chiamano affettuosamente zio, ma in particolare attraverso gli occhi ed il gesticolare della figlia, divenuta sorda a seguito di un grave incidente d'auto, di nome Ally.
Il gruppo, in fuga dopo i primi attacchi da parte di quei rapaci preistorici, si batte con tutte le proprie forze per sopravvivere, impegnandosi in una strenua lotta per la sopravvivenza che dovrà fare i conti non solo con quei micidiali esseri voraci ed assetati di carne, ma anche - e soprattutto - con la follia di chi è sopravvissuto e approfitta di quella situazione di emergenza, per mettere in atto un suo atto di supremazia dettato da folli ispirazioni messianiche.
Se infatti da un lato la voracità assassina di quegli esseri primordiali viene tenuta a bada da precauzioni apprese attraverso l'esperienza, come il muoversi in assoluto silenzio nella possibilità di non essere uditi dalle belve feroci cieche, dall'altro la cattiveria e la follia umana, coltivate e rese incontenibili da quella straordinaria situazione di emergenza in cui le regole sociali e l'odine pubblico soccombono alla ragione del più astuto e fortunato, si dimostrano sin più pericolose e micidiali della originaria minaccia proveniente dal sottosuolo.
In questo senso il film, diretto con competenza routinaria, ma del tutto efficace, dall'esperto cineasta di thriller ed horror John R. Leonetti, appare interessante e piuttosto ben congeniato, in grado di mantenere solide basi di tensione emotiva man mano che la vicenda - che per molti versi può ricordare il recente valido thriller dell'attore e regista John Krasinski, A quiet place (pure lui tutto incentrato sulla necessità di silenzio per assicurarsi la sopravvivenza da una minaccia superiore) - finisce per giungere al suo epilogo "aperto".
Il cast corposo formato da attori di razza come Stanley Tucci, Miranda Otto e John Corbett, affiancati dalla giovane e valida attrice in ascesa Kiernan Shipka (già notata in February - L'innocenza del male), aiuta a soprassedere su alcune incongruità della narrazione, tipo la miracolosa guarigione-lampo di Miranda Otto, prima vittima di un profondo morso inferto da una delle migliaia di belve volanti in perenne agguato che le procura una devastante ferita putrescente, che tuttavia guarisce in un battibaleno poco dopo la somministrazione di un farmaco antibiotico.
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