Regia di Nanni Loy vedi scheda film
Oggi è quasi un film dimenticato,ma è un peccato.Commedia amara su ideali e compromessi,"Il padre di famiglia" vede una coppia incontrarsi durante una carica della polizia in pieni anni Sessanta (ed essendo girato nel 1968,il lungometraggio aveva una certa qualità anticipatoria...),comunicarsi le aspettative reciproche di entrambi ed unirle,e lasciarle spegnere per sovraccarichi esterni:bravissimi Nino Manfredi,che sapeva dare un plus di umanità ai caratteri che rappresentava,e l'americana Leslie Caron,che dimostra una volta di più di non avere solo splendide gambe,e notevole Ugo Tognazzi nel ruolo laterale dell'anarchico un pò fuori di testa ma capace di avere una visione delle cose nitida (al posto suo avrebbe dovuto essere Totò,che cominciò a girare il film,ma morì quasi subito).Loy non realizza un'opera della forza di "C'eravamo tanto amati",ma si può dire che ne precorra il disegno,con un disincanto maggiore,perchè nel film di Scola alla fine se ne esce con la sensazione che il personaggio rimasto idealista di Manfredi sia quello a cui è andata meglio.La Famiglia,le intrusioni della Vecchia nella Nuova,le responsabilità cui si è chiamati,l'Amore che cambia forma e a volte può non bastare nell'ordinaria amministrazione dei fatti che verranno:la simpatia di sceneggiatori e regista vanno alla Donna che si sobbarca il peso di tutto,ed alla quale sfugge il controllo delle cose.E'una commedia drammatica ricca di sequenze che si ricordano:valga quel bambino che ad un catastrofico pranzo con le due famiglie degli sposi riunite canta a squarciagola "Bandiera rossa" mentre il nonno militare a riposo sparisce nell'indifferenza di tutti.
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