Trama
Celeste diventa una delle superstar del pop mondiale dopo essere sopravvissuta a un evento che le ha cambiato la vita. I suoi 18 anni di successi e travagli si intrecciano con alcuni degli eventi storici chiave che avvengono nel mondo.
Approfondimento
VOX LUX: GLI EVENTI DI FINE NOVECENTO E L'ASCESA DI UNA STAR
Diretto e sceneggiato da Brady Corbet, Vox Lux segue l'ascesa di Celeste, che dalle ceneri di una tragedia riesce a diventare una star mondiale della musica pop. In particolar modo, si seguono 18 anni della sua vita e si tracciano le fasi salienti della sua esistenza ma anche dei movimenti culturali che hanno attraversato il globo dal 1999 al 2017. Tutto ha inizio nel 1999 quando Celeste, adolescente, sopravvive alla sanguinosa tragedia che colpisce la sua scuola. Il video della sua esibizione a una commemorazione diviene virale e in breve Celeste si trasforma in un astro nascente della musica con l'aiuto della sorella cantautrice, Eleanor, e del suo manager. L'ascesa della ragazza e la sua conseguente perdita dell'innocenza corrispondono con lo sconvolgente attacco terroristico che scuote l'intera nazione (l'11 settembre 2001) e con l'affermarsi per lei di un nuovo tipo di celebrità che tira in ballo i concetti di icona americana, divinità secolare e superstar globale. Nel 2017, Celeste è oramai adulta e sta tentando di ripulire la sua immagine dopo uno scandaloso episodio che ha fatto deragliare la sua carriera. In tour per promuovere il suo sesto album, un compendio di inni fantascientifici intitolato Vox Lux, Celeste è chiamata a domare la sua indole selvaggia e a superare lotte interiori e familiari affrontando per la prima volta aspetti come la maternità, la follia e la fama in quella che è definita da tutti l'epoca del terrore.
Con la direzione della fotografia di Lol Crawley, le scenografie di Sam Lisenco, i costumi di Keri Langerman, le musiche di Scott Walker e le canzoni originali scritte da Sia, Vox Lux esplora come Celeste diventi il simbolo del culto contemporaneo della celebrità e come la macchina dei mass media sia capace di contribuire alla creazione o alle distruzione delle moderne icone. Ha spiegato il regista in occasione della partecipazione del film in concorso al Festival di Venezia 2018: "Il mio primo film, L'infanzia di un capo, era ambientato in Europa nella prima parte del XX secolo. Esaminava eventi chiave che sarebbero accaduti e che, involontariamente, avrebbero finito per definire un'era. Aveva per protagonista un giovane che era testimone delle atrocità del periodo prima di divenire egli stesso una di loro. Si ispirava alle storie revisionistiche di Robert Musil e WG Sebald, costrutti labirintici che immaginano personaggi fittizi come testimoni oculari di eventi storici cruciali o personaggi reali collocati in contesti storici alterati. Secondo il mio punto di vista, tali storie si pongono in maniera più trasparente con il lettore di quanto lo facciano le tradizionali biografie perché raccontano del passato senza mettere in discussione come l'autore possa fornirne un resoconto così dettagliato senza esserne stato testimone diretto o senza chiedersi, come accade nei casi dei libri di memorie, quanto il ricordo che ha delle esperienze non sia travisato o inficiato da altro. Vox Lux è per me la diretta continuazione dei temi del mio primo film ma sceglie come riferimento la seconda metà del secolo e l'inizio del XXI. Si tratta di un melodramma ambientato in America tra il 1999 e il 2017 e ha per protagonista una pop star chiamata Celeste, la cui carriera tocca eventi chiave e modelli culturali che hanno modellato l'inizio del Duemila".
Il cast
A dirigere Vox Lux è Brady Corbet, regista, sceneggiatore e attore statunitense. Nato nel 1988 in Arizona, ha esordito a 15 anni come attore in Thirteen - 13 anni di Catherine Hardwicke ma ha trovato il successo l'anno dopo con Mysterious Skin di Gregg Araki. Continuando a recitare in titoli come Funny… Vedi tutto
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Commenti (5) vedi tutti
Dramma musicale. Ambizioso,sofisticato nella forma,lascia perplessi sui contenuti.
leggi la recensione completa di Furetto60Ma non era meglio insistere con la recitazione ?..Ah, Brady, Brady...sì, parlo di te, non del calciatore. Ok, d'accordo: Corbett. Con una "T". Almeno, però, prova a raccontare, non solo a dare un'idea di cosa vorresti raccontare.
commento di maurri 63Musica leggera a darci fiato.
leggi la recensione completa di mcka questo "Ritratto del XXI secolo", come Corbet lo definisce con un cartello nei titoli di coda, manca semplicemente un po' di mordente e profondità. è perciò difficile dire se queste epocali implicazioni dichiarate giungano effettivamente a destinazione. fin troppo a tesi ma comunque onesto, si fa vedere, ma non lascia forse il segno sperato.
commento di giovenostaPresentato a Venezia lo scorso anno, questo film ha deluso molti di coloro che si aspettavano la conferma delle qualità registiche che Brady Corbet aveva manifestato con il precedente L’infanzia di un capo (2017), opera prima di tutto rispetto, che egli, allora non ancora trentenne, aveva realizzato, vantando un bel curriculum nel cinema e in TV.
leggi la recensione completa di laulilla