Regia di Felix Van Groeningen vedi scheda film
13° FESTA DEL CINEMA DI ROMA - SELEZIONE UFFICIALE
Il diciottenne Nick Sheff si ritrova, da ragazzo coscienzioso e ligio al dovere di studente modello, tutto studio, sport e predisposizione ad emergere alla prossima iscrizione al college, ad essere umano alla deriva, completamente assuefatto dall'uso di stupefacenti, dopo che per gioco si ritrova ad essere completamente succube dell'effetto da dipendenza di metanfetamine ed altre sostanze chimiche micidiali, che poco per volta gli bruciano letteralmente, cervello e futuro.
Nella pellicola americana che porta la firma dell'ormai noto regista belga Felix Van Groening (Alabama Monroe, nominato come miglior film straniero agli Oscar 2014, Belgica), seguiamo il calvario della famiglia Sheff - un padre ed una matrigna amorevole come una vera madre - nel tentare prima di dissuadere il ragazzo da questa sua inarrestabile dipendenza, e poi nel cercare aiuto presso organizzazioni ed enti esterni, protesi al recupero di persone devastate da questa cancrena che consuma inesorabilmente sino alle più estreme conseguenze.
Un film che poggia su momenti drammatici e tesi organizzati dal regista e dagli sceneggiatori soprattutto nel rapporto conflittuale, ma anche molto intenso e vitale, tra un padre ed un figlio increduli di essere giunti ad un bivio così pericoloso ed inevitabile.
Da questo punto di vista la pellicola può contare, e di fatto poggia tutti i suoi attributi positivi, sul carisma e l'appeal dei due attori protagonisti, impegnati in un confronto che li rende davvero intensi ed unici. Loro sono l'astro nascente Timothée Chalamet, fantastico con quella espressività da cerbiatto dispiaciuto ed insieme indolente, e l'eccellente Steve Carell, ormai sempre più proiettato verso una maturità d'attore fino a qualche anno addietro apparentemente impensabile.
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