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Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità

Regia di Julian Schnabel vedi scheda film

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La recensione su Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità

di obyone
8 stelle

Willem Dafoe

Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità (2018): Willem Dafoe

 

Grazie a "Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità" di Julian Schnabel ho chiuso il cerchio attorno all'artista olandese con un percorso iniziato in aprile durante la visita alla mostra curata da Marco Goldin nella cornice della Basilica Palladiana di Vicenza. La retrospettiva intitolata "Van Gogh. Tra il grano e il cielo" era preceduta dalla proiezione di un documentario, "Van Gogh. Storia di una vita", che aveva per protagonista lo stesso curatore della mostra nel ruolo di narratore e regista. Il filmato, molto utile, ripercorreva le fasi salienti della vita artistica di Vincent, iniziata relativamente tardi e durata appena un decennio, e comprendeva la visita dei luoghi nevralgici della sua produzione come Arles, Saint-Rémy e Auvers-sur-Oise. Inutile dire quanto prezioso sia stato il documentario e l'estasiante visione dei dipinti esposti nel percorso museale, per immergersi in questo esperimento totalizzante di Schnabel sugli ultimi anni di vita di Van Gogh, dall'incontro con Gauguin, che lo indirizzó nel Sud della Francia ove dipinse tantissimi dei capolavori "mediterranei" che oggi ammiriamo nelle gallerie di mezzo mondo, fino alla morte sopravvenuta in circostanze mai chiarite veramente nel 1890 a Auvers-sur-Oise.

Se Van Gogh non ha mai ricevuto gratificazioni economiche dal suo lavoro, altrettanto non puó dirsi per gli eredi e per coloro che si sono trovati a possedere uno dei suoi lavori. A 129 anni dalla morte i suoi quadri muovono, ancora, capitali enormi tra retrospettive, aste e film. Non mi ha sorpreso, perciò, il buon risultato al botteghino per la nuova versione cinematografica interpretata da William Dafoe. Il pubblico ama Van Gogh, i suoi colori e soprattutto la sua triste storia di "pazzia". Van Gogh e la sua arte non smettono di parlarci. Ciò che mi ha stupito, invece, è stata l'accoglienza tributata al "film di Schnabel", perché, diciamolo, la regia del pittore newyorkese è, sí, affascinante ma difficile da digerire. E, ammettiamolo, in barba al pubblico che si è lamentato durante la proiezione a cui ho assistito, è indispensabile alla storia raccontata. Se è vero che l'uso insistito della macchina a mano ed il continuo, repentino ed innaturale movimento della stessa hanno causato qualche rigurgito sensoriale al nostro cervello abituato ai movimenti più lenti e realistici dell'occhio, è pur vero che Schnabel non aveva scelta ad un uso così azzardato del mezzo.

Il regista di Brooklyn ha utilizzato la mdp come un pennello... non uno qualsiasi. Ha girato la materia come Van Gogh l'avrebbe disposta sulla tela, tramite pennellate nervose, veloci e pastose che avrebbero liberato l'impressione trasformandola in colore. Vincent era istintivo e provvedeva a placare la sua urgenza espressiva con un uso ossessivo dei colori e delle setole. Non c'era posto per lo studio e la preparazione, come lo punzecchiava spesso l'amico Gauguin nelle numerose e colleriche dispute intorno alla pittura. Mentre Gauguin lavorava per ore al ritratto di Madame Ginoux, Van Gogh chiudeva la faccenda, con esiti artistici straordinari, con poche e possenti pennellate. Schnabel, dunque, non poteva compiacere il pubblico con scene didascaliche a camera fissa. La magnifica e stordente sequenza in cui Van Gogh dipinge i propri scarponi, amplifica, tramite variazione continue del piano sequenza, il vigore del gesto produttivo rendendolo simile ad un orgasmo selvaggio che culmina nella pace postcoitale di una tela finita o desiderosa di lievi ritocchi.

 

Willem Dafoe, Rupert Friend

Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità (2018): Willem Dafoe, Rupert Friend

Willem Dafoe

Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità (2018): Willem Dafoe

Willem Dafoe

Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità (2018): Willem Dafoe

 

Non meno necessari sono stati gli escamotage tecnici per rendere più umana possibile la figura di un uomo dalla forte carica spirituale e da un'emotività intensa e disturbata. Oserei dire che Schnabel abbia interpretato Van Gogh ancor prima di affidarne le sembianze terrene a William Defoe che ci ha restituito un'interpretazione pacata ed intensa senza uscire mai dai binari di un controllo espressivo quanto mai raro nel cinema americano. Schnabel ha utilizzato campi lunghi ed emozionanti primi piani nei momenti di calma interiore che si manifestavano, sovente, in compagnia dell'amato fratello o nel mezzo di una natura che Van Gogh considerava propaggine dell'infinito. Sul fronte opposto, il regista ha adottato inquadrature sghembe e movimenti di macchina bruschi. Ha, infine, lavorato assieme al maestro Benoît Delhomme per ricreare immagini rumorose e sfocate che potessero disegnare sullo schermo le sensazioni di una mente irrequieta e obnubilata da voci interiori ree di aver spinto il pittore all'estremo gesto di una rasoiata autolesionista.

 

Willem Dafoe

Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità (2018): Willem Dafoe

 

"Van Gogh. Sulla soglia dell'eternità" è un film d'immagini e suoni in cui il regista abbraccia le nuove interpretazioni storiche sul personaggio e le nuove scoperte ad egli imputate come il ritrovamento dei disegni e degli schizzi regalati a Madame Ginoux. Un fatto che non ha aggiunto molto al film, salvo soddisfare una plausibile curiosità. Il film avrebbe potuto chiudersi con le esequie dell'artista. Ivi, Schnabel dipinge il suo allegorico omaggio all'amato pittore. Vincent è adagiato nella bara disadorna, circondato dai propri dipinti. Avvolto nella "sacra sindone" di un Cristo immolato sull'altare della speculazione, assiste, inerme, al commercio delle proprie tele. Il suo corpo è ancora caldo e la profezia confidata al prete di Saint-Rémy già volge in realtà. Ma il vero Van Gogh non è il cadavere di un uomo schiacciato da un'epoca aliena che non ne ha compreso il valore. Il Van Gogh libero, legato alla natura infinita, che da lui ha preteso a immortale tributo un'opera grandiosa di dipinti e disegni, è quello claudicante e ferito che attraversa un campo arato con il passo del seminatore mentre getta sulla terra i semi della propria futura ma già palese immortalità.

 

Charlie Chaplin Cinemas - Arzignano (VI)

 

Willem Dafoe

Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità (2018): Willem Dafoe

 

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