Regia di Brian Henson vedi scheda film
Film ignorantissimo e goliardico, quasi della stessa pasta di Sausage Party, ma ha qualcosa in più
Un film con le premesse di Pupazzi senza gloria per il sottoscritto era praticamente un sogno, ha risvegliato in me quella magia che mi fece provare quel capolavoro assoluto di Chi ha incastrato Roger Rabbit (1988), ovvero quel contesto in cui umani e cartoni animati (nel caso di "Pupazzi senza gloria" marionette / pupazzi) coesistono e fanno da sfondo ad una trama noir cruda e scorretta, capace di accentuare il contrasto fra il mondo cupo e spietato degli umani e l'ingenuità / purezza di un mondo di creature fantastiche, create per dare gioia e insegnamenti positivi ai giovanissimi, e quindi anche i più ingenui, ma la pellicola di Robert Zemeckis ci mostrava di fatto che la purezza assoluta non è garantita in nessun essere cosciente, persino in un cartone animato, mi fermo qui per non spoilerare alle povere anime che ancora non hanno visto questo capolavoro.
Insomma, la pellicola di Zemeckis ci mostrava bene la purezza spesso ormai corrotta dei cartoni animati che vivevano a contatto con la nostra società, lo stesso fa anche Brian Henson nel suo film, in maniera sfrontatamente goliardica e provocatoriamente iper-volgare, questa attudine del film è molto interessante, poichè Brian Henson è uno dei figli di Jim Henson, creatore dei celeberrimi Muppets (Elmo, Kermit la rana, ecc.), Henson senior a suo tempo rivoluzionò il mondo delle marionette nello show-business americano e non solo, avendo ovviamente target il pubblico più giovane, anche se osò in alcune occasioni di spostarsi verso un genere più dark e maturo, ovviamente sto parlando del film The Dark Crystal, del 1982.
I Muppets quindi dalla loro creazione sono sempre andati incontro ad un pubblico infantile, o comunque sono sempre stati un contenuto televisivo e cinematografico per famiglie, quindi è molto interessante che dopo 60 anni di storia, il "giovane" Brian abbia girato un opera che si rivoltasse completamente alle intenzioni artistiche del padre, firmando la regia di un film che aveva dentro di sè sia elementi del sopracitato classico di Robert Zemeckis, che anche del cinema d'animazione di Ralph Bakshi, caratterizzato da un umoriso adulto e scorrettissimo inserito in dei film d'animazione dal design ingannevolmente innocente, Bakshi inoltre affrontava nei suoi film argomenti (razzismo, sessualità, droga e soprattutto satira sociopolitica ecc.) assolutamente non alla portata di un pubblico di bambini, orientandosi inequivocabilmente verso un pubblico più maturo.
Quindi, Zemeckis + Bakshi + Muppets, uguale.... un buon film, esatto, lontanissimo dall'essere un capolavoro della storia del cinema, ma non una merda come la critica lo ha descritto.
I problemi del film sono palesi, Brian Henson vuole sconvolgere il pubblico cresciuto con i muppets di suo padre facendo letteralmente sborrare i suoi pupazzi, ma certe volte questo piede teso sull'accelleratore della volgarità danneggia l'anima del film, facendolo diventare da goliardico a forzatamente becero, danneggiando anche il mood, quindi il vero piede dolente del film sono i dialoghi, ma attenzione, non tutti!
Purtroppo il doppiaggio italiano ha "instupidito" ancora di più il film, soprattutto a causa della performance di Maccio Capatonda e dei suoi tormentoni, forse forzatamente inseriti dagli adattori dei dialoghi italiani per soddisfare i fan più rincoglioniti del comico, che male si inseriscono nel tipo di scimmiottamento del genere noir che la pellicola proponeva.
Parlando invece degli elementi che mi hanno fatto apprezzare il film, citerò nuovamente il contesto "misto" tra umani e creature di fantasia che si ritrovano a fare i conti con la nostra società, citerò anche l'umorismo generale del film che quando non esagera, tocca delle punte di goliardia e follia che mi hanno fatto morire dalle risate, per non parlare della onnipresente satira sul mondo dello spettacolo che ricorda un pò Bojack Horseman, cito pure la trama noir semplice ma intrigante del film, che mi ha sinceramente preso anche se verso la fine diventa abbastanza prevedibile, citerò infine l'inconfondibile stile dei pupazzi di casa Henson che personalmente adoro, mi sono piaciuti tutti, dal commesso del sexy shop agli sgherri e i tossici del ghetto dei pupazzi, vedere tutti questi personaggi alle prese con una storia piena di violenza, droga, sesso e morte mi ha divertito parecchio, ed è stato ciò che mi ha invogliato di più a vedere il film.
Insomma, Pupazzi senza gloria è un film goliardico e provocatorio, che non si prende sul serio ma che è stato girato seguendo uno stile e delle intenzioni ben precise, non è paragonabile a Chi ha incastrato Roger Rabbit, ma non è da buttar via, personalmente sarei stato molto felice se il film fosse diventato l'inizio di una saga, ma purtroppo la pellicola di Brian Henson è stato un flop, e vedo quindi difficile la possibilità di un sequel, buona visione.
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