Regia di Neil Jordan vedi scheda film
Se non ci si limita a una chiave di lettura psicopatologica fine a se stessa, potrebbe cogliersi l'icastica trasposizione del conflitto intergenerazionale: da un lato una donna incline a sottomettere ragazze adescate, sulle quali proietta l'immagine della figlia vessata, dall'altro una giovane all'inconscia ricerca della figura materna, per rimpiazzare quella originaria, anch'essa predata dalla prima; con l'epilogo ove s'assiste al ribaltamento dei rapporti di forza, secondo l'eterno gioco al massacro che involge genitori e figli nella reciproca alternanza dei ruoli di vittima/carnefice.
Bravo Jordan nel mantenere alta la tensione, dirigendo un film che si snoda imprevedibilmente e s'intride, scena dopo scena, d'un'atmosfera malsana e conturbante.
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