Regia di Florestano Vancini vedi scheda film
Partiamo dal presupposto che la trama del film non è quella dell'abstract di filmtv. Senza spoilerare niente, occorre comunque dire che il protagonista del film, un Giuliano Gemma disinvolto, non intende affatto disconoscere il bambino, nè allontanare la giovane e graziosa ragazza romagnola che lo tampina per tutto il film. Quindi, ritessendo i fili del racconto, la narrazione risulta molto più zigzagante e senza un nesso di base, come d'altra parte suggerisce il titolo internazionale, Confusion.
Lo scenario è sì quello delle corse ciclistiche all'interno del Palazzetto dello Sport di Milano ma questo funge solamente da pretesto per raccontare spicchi di umanità varia: dal padre di famiglia col ragazzino al seguito, vessato da balordi sugli spalti (scacciati da un Guido Nicheli formidabile e non accreditato) alle donne del servizio di pulizia che attaccano all'alba scendendo dal bus, al terribile frammento della giovane ragazza costretta a prostituirsi per procurare la roba al suo ragazzo (e farsi sugli spalti).
Tutti questi coriandoli di vita comune, quotidiana, misera, allegra e litigiosa, fanno da contorno alla storia centrale, una relazione tra una giovane ragazza ed un medico maturo, che fino alla fine non si capisce se sia veramente reale o solamente inventata per secondi fini. Se questo è il centro nevralgico del film, va detto, non regge pienamente: le incongruenze ci sono eccome ed il ritmo balzella. Nonostante questo, Vancini risolleva quasi sempre il film con trovate divertenti, dialoghi geniali in dialetto ed un sapore quasi amacordiano di nostalgia.
In definitiva è un film molto riuscito, spontaneo, divertente e malinconico, che marca il fatto che non solo le grandi storie sono degne di essere raccontate, ma anche le tante cazzate quotidiane, rimpianti e risate stupide. Voto 8.
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