Una pellicola cupa che esprime probabilmente le difficoltà di vita anche del regista che si dimostreranno purtroppo fatali.
Pellicola cupa, plumbea (il sole non esiste) che dipinge le solitudini, le disillusioni, la pochezza dell'animale uomo e la rassegnazione davanti al fato, alle avversità. Non esiste fuga? Non esiste un cambiamento? Scenario è un agglomerato sub-urbano dimenticato da Dio dove regna l'immondizia e il niente. In questo vuoto si intrecciano le vite dei personaggi in sole 2 giornate. Film che angosciosamente sembra il testamento del regista che morirà suicida dopo le riprese a soli 29 anni. Tecnica: il regista ha (aveva) la curiosa abitudine di 1) tenere la camera incollata al personaggio e lasciare lo sfondo sfocato. Spesso non si vede nemmeno cosa succede, lo si capirà in seguito. Se il tutto rende una claustrofobia imperante... ogni tanto desidereremmo una apertura... una visione allargata... una speranza! 2) Ogni scena (cioè ogni singolo luogo dove si svolge una azione) è formata da una singola sequenza. Alcuni piano-sequenza sono da storia del cinema (es: il nonno in visita all'ospizio) 3) i tempi sono dilatati, molte le inquadrature fisse, innumerevoli secondi ma carichi di emotività, di... pulsazioni. Tutti i protagonisti, meschini o meno, arriveranno slla propria resa dei conti. Unica apertura alla speranza il finale poetico e meraviglioso dove in un gioco del calcio arrangiato con una lattina e illuminato dai fari... si ode un elefante e... un riposo dalla claustrofobia! Una speranza? In questa scena... una delle rarissime (forse l'unica) dove l'inquadratura è un campo lungo. Assolutamente geniale. VOTO 9/10
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok