Nella calda estate del 1977, quando i bassifondi newyorkesi pullulavano di sommosse e le ragazze giovani e brune erano le più ambite prede dell'omicida seriale noto come Sam (già al centro dell'ottimo film di Spike Lee Summer of Sam), una nota scrittrice balzata alle cronache con il successo del suo primo libro, divenuto un manifesto della controcultura e della vita dei sobborghi, si è ridotta a vivere nell'appartamento umile e sporco ove viveva la nonna, perennemente bloccata in casa a causa dell'agorafobia che le impedisce alcun contatto con altre persone, timorosa di qualsiasi gesto o minaccia, spaventata dal maniaco che gira proprio in quei quartieri, e ormai a corto di soldi per poter andare avanti a viver in quel luogo, con i soli proventi di un anticipo su un romanzo nuovo ancora completamente da concepire.
Inoltre da giorni qualcuno si diverte a tormentare la donna facendo suonare il citofono invano, acuendo quel senso di disagio che sia il quartiere piuttosto violento, sia le circostanze della cronaca sanguinosa, rendono come uno tra i posti più pericolosi della città.
Riuscirà comunque a tener testa a quell'insieme di circostanze favorevoli, trovando pure lei, nonostante la minaccia globale e omnicomprensiva, la sua ora del lupo che le permetterà di tornare al successo.
Il secondo film dell'interessante cineasta Alistar Banks Griffin è un thriller d'atmosfera, teso, nervoso non meno della sua epidermica ed allarmata protagonista, molto ben calato nel periodo drammatico di un'estate newyorkese calda non solo climaticamente, come ci ricordano le cronache nere di quel periodo drammatico costellato di barbari omicidi.
Naomi Watts è davvero brava a impersonare la devastata protagonista June Leigh, che si aggrappa alle sue insicurezze per trasformare l sua debolezza in virtù e tornare in qualche modo ad emergere con la stessa prepotenza in cui si era trovata a sprofondare entro un abisso senza apparente via di ritorno.
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