Regia di Woody Allen vedi scheda film
Va bene, lo ammetto, io non comprendo la satira, se così vogliamo chiamarla, di cui sono colmi i film di Woody Allen. Sarà per questo che ci ho messo diverso tempo prima di entrare in empatia con il suo cinema ed è comunque avvenuto attraverso alcune delle sue ultime opere che comunque sono nettamente più libere da certe caratteristiche asfissianti.
In questa pellicola, divisa in sette domande, Allen risponde a modo suo ad alcuni degli argomenti più spinosi relativi al sesso. Uscito nel periodo della rivoluzione sessuale, quando ancora il parlare apertamente dell’argomento era visto con una certa diffidenza e vergogna, Allen si prende la briga di raccontare, ovviamente senza mezzi termini, il suo punto di vista.
Dalla castità al travestimento, dalla zooerastia al piacere degli amplessi pericolosi fino all’ultima parte in cui si racconta il viaggio di alcuni spermatozoi, di certo tra le scene più memorabili dell’intera pellicola e considerando che ad un certo punto, se siete riusciti ad arrivare fin qui senza essere abbattuti dalla noia, avrete già visto una tetta killer che spruzza latte usandolo come arma impropria.
Allen non riesce a conquistare totalmente lo spettatore, incuriosito, in parte divertito ma spesso reso perplesso dalla normalità di alcune situazioni che solo in futuro, con la visione dei successivi film del regista, potranno essere collocate in quella cerchia di situazioni, che sono un misto tra l’assurdo e il divertente che rendono unici i film di Allen.
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