Regia di Woody Allen vedi scheda film
Snobbato e sottovalutato da gran parte della critica, spesso quella stessa che tende a sopravvalutare le opere più seriose e stanche dell'Allen maturo, "Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso..." appartiene invece al periodo più fresco, inventivo e vitale del Woody Allen regista e scrittore, quello che va da "Prendi i soldi e scappa" (1969) ad "Amore e guerra" (1975), prima dei due capolavori della maturità, "Io e Annie" (1977) e "Manhattan" (1979), lo stesso periodo in cui scrisse i suoi testi più comici, poi raccolti in "Saperla lunga", "Citarsi addosso" e "Effetti collaterali", e in cui girò un piccolo intelligentissimo film: "Il dittatore dello stato libero di Bananas" (1971).
Trattandosi di un film ad episodi, tutti messi in scena secondo differenti e riconoscibili generi cinematografici (il terzo chiaramente ispirato in chiave parodica al cinema di Antonioni), è perfino superflua la considerazione che non tutti i segmenti sono riusciti alla stessa maniera, così come che alla fin fine ognuno preferirà alcuni a discapito degli altri. A mio parere i migliori sono i primi due e poi il quinto, intitolato "Qual è la mia perversione?", dove alcuni concorrenti di un telequiz, ponendo delle domande, dovranno indovinare la perversione preferita di un personaggio misterioso, mentre alla fine della trasmissione un fortunato spettatore potrà mettere in pratica la propria perversione preferita (nel caso specifico, un anziano rabbino si fa legare a una sedia da una biondona vestita da governante che lo frusta, mentre la moglie, accovacciata ai suoi piedi, mangia carne di maiale).
"Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso..." ha padri nobili come Rabelais e Philip Roth, offre spunti geniali, come il tema del secondo episodio ("Che cos'è la sodomia?"), nel quale il borghesissimo medico Gene Wilder s'innamora di una pecora portatagli in studio da un pastore armeno, e battute veramente geniali, come quando, nel primo episodio, il buffone medievale interpretato dallo stesso regista, alle prese con l'inviolabile cintura di castità della regina, esclama sconsolato «devo sbrigarmi, o tra poco arriverà il Rinascimento e non ci sarà tempo che per dipingere!».
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