Regia di Augusto Genina vedi scheda film
Argomento spinoso al cinema, e certi film tv di questi ultimi anni ce lo testimoniano alla grande, nel senso che si cade prettamente sempre nell'argomento dalla parte più melensa e stuccosa possibile, grazie alla cultura cattolica che perennemente incoraggia certe strutture cinematografiche, e sembra che anche un certo pubblico ormai si sia appiatti in questo tipo di cultura, visti certi esiti: Padre Pio, vari Papi , santi di ogni genere!! Questa davvero è pornografia non solo di immagini, ma anche di storie. Questo film riesce, in qualche maniera, a saltare il fosso, grazie ad una trovata intelligente di un regista che viene, invece, da un tipo di cinema da catalogare a quello che ho menzionato prima. Qui Genina, assieme a Suso Cecchi D'Amico e Fausto Tozzi ne escono con una sceneggiatura che sembra anticipare di diversi anni il pensiero pasoliniano, magari con qualche caduta melodrammatica e visiva, ma nell'insieme l'idea di inquadrare la ragazzina in panorama rurale e neorealistico è senz'altro vincente, grazie anche ad una direzione di fotografia a dir poco eccellente nel suo bianco e nero, firmata da Aldo, che già aveva fatto cose più che eccellenti in La Terra Trema, Miracolo a Milano, Umberto D., Otello, La Provinciale.
Una storia di santità, ma trattata nella maniera, quasi, giusta
Forse il suo film migliore
Certamente un po' troppo esaltata nella parte finale
Volto interessante
Il ruolo breve del padre
Il ruolo della madre, ben inserita nel contesto rurale
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