Regia di Hervé Mimran vedi scheda film
Piacevole film,che alterna momenti drammatici a risvolti leggeri, con un finale "commovente"
Alain Wapler, alias Fabrice Luchini, è un frenetico amministratore delegato di un’importante azienda automobilistica, dal carattere scorbutico e sprezzante, maltratta i subordinati, umilia sistematicamente i candidati che presentano i loro curricula, nel corso dei colloqui di lavoro e non trova il tempo per seguire la figlia adolescente, la moglie è scomparsa da tempo. Alla vigilia della presentazione di un nuovo modello di vettura ibrida, viene colpito da un ictus e si salva, unicamente grazie alla presenza di spirito del suo autista, che lo accompagna tempestivamente e suo malgrado, in ospedale. Tuttavia anche se sopravvive, resta menomato, non fisicamente, ma nella sfera cognitiva, soprattutto nel linguaggio. La sua sopraggiunta afasia, gli fa confondere le parole e le sillabe, costringendolo a esprimersi in modo sconclusionato e bizzarro. Ovviamente perde il lavoro, scavalcato da persone altrettanto ciniche e ambiziose, che non aspettavano altro, per metterlo da parte. Ad aiutarlo nella riabilitazione, viene affiancato dalla logopedista Jeanne, una ragazza positiva e sensibile, alla prese con la tormentata ricerca della madre biologica. Tenace e professionale, Jeanne si prodiga coscienziosamente, per correggere la disarticolazione, all’inizio anche ostacolata dal comportamento del paziente poco collaborativo, poi però dopo qualche disguido prontamente ricucito, recupera il rapporto con Alain, tra loro nasce una proficua amicizia, a sua volta l’aiuta anche a ritrovare la madre naturale. Riesce a migliorare sensibilmente le sue compromesse facoltà lessicali, ma soprattutto fa venire a galla la sua umanità. Alain nella corsa ambiziosa alla carriera, aveva perso di vista, il vero senso dell’esistenza. Cosi comincia per lui un percorso di riscoperta dei valori della vita, riprende i contatti con la figlia Julia, alias Rebecca Marder da sempre trascurata, e riscopre la tenerezza dei legami di amicizia. Se da una parte la malattia gli ha procurato dei danni, d’altro canto però gli ha consentito di tornare a vivere apprezzando le autentiche gioie che la vita può dare, il corollario di questa rinascita spirituale sarà il cammino di Santiago che il nostro affronterà con umile determinazione, insieme al suo cane e dove alla fine incontrerà anche Julia. Il film diretto da Hervé Mimran, nasce da una storia vera, quella di un potente manager, Christian Streiff, ex presidente di Airbus e di PSA Peugeot Citroen, rimasto vittima di un ictus nel 2008, all'età di 54 anni, e che per molto tempo aveva nascosto la sua malattia, prima di essere licenziato, per le sue diminuite capacità intellettive. Dopo una lunga riabilitazione, Streiff riuscì a salire nuovamente ai vertici aziendali. Il film è costruito bene, con risvolti drammatici, alternati a passaggi frizzantini e poi a momenti di vera e proprio commozione. Naturalmente l’aspetto clinico della malattia, è addomesticato ad uso e consumo di una sceneggiatura, che cosi riesce ad essere brillante, facendo emergere l’aspetto più leggero di una patologia che invece è per sua natura, molto grave e fortemente invalidante
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta