Regia di Tsai Ming-liang vedi scheda film
Diario di un dolore, inspiegabile e tenace, che, come un fiume, o come una cascata che inonda una casa dal soffitto, travolge con irruenza e allaga, improvvisamente, l'intera nostra esistenza. Il misterioso ed incurabile torcicollo del ragazzo protagonista è la metafora della sofferenza individuale e non condivisibile, con cui ciascuno si trova costretto ad affrontare, da solo, ogni istante ed aspetto della quotidianità. L'accettazione deve, purtroppo, prescindere dalla comprensione delle profonde ragioni del disagio. Il bagno in un corso d'acqua inquinato, per una breve comparsata in un film, è sì l'evento scatenante della patologia del giovane, ma non permette di spiegarne le precise cause, il che esclude la possibilità di un rimedio. I genitori del protagonista rappresentano le due facce opposte della reazione al male altrui: il padre, pieno di compassione, non si arrende alla sua incurabilità, la madre, invece, minimizza e semplifica, cerca di ignorarlo e, appena può, ne fugge. Un film distaccato e mai retorico, perché costruito in toto intorno all'analisi razionale ed obiettiva di una situazione irrisolta, destinata a rimanere tale fino in fondo.
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