Regia di Tim Hunter vedi scheda film
NIC CAGE
Una coppia recentemente afflitta dal lutto della perdita prematura del figlioletto, decide di cambiare vita acquistando un motel situato nei pressi di un'arteria stradale a forte circolazione.
L'anziano proprietario del locale fa trovare le chiavi nascoste approssimativamente e non si presenta neanche all'incontro.
L'attività dell'hotel riprende senza particolari clamori, almeno sino a quando almeno una serie di sconcertanti quanto bizzarri episodi di intolleranza, finiscono per infrangere la tranquilla quotidianità del posto (tra questi un maiale squartato trovato cadavere in piscina), ed ancor più quando il marito scopre, in fondo al cortile della struttura, un corridoio sotterraneo che conduce ad un retro delle singole camere, attraverso il quale è possibile spiare chi le occupa.
L'uomo si accorge che alcuni clienti fissi del motel sono soliti dar vita a festini sadomaso, in occasione di uno dei quali ci scapperà pure il morto.
Vessato da un logorroico quanto invadente poliziotto, il buon marito e titolare del locale cercherà di mettersi in contatto con il vecchio proprietario per cercare di scoprire cosa si cela dietro tutti quegli sconcertanti episodi che affliggono la nuova coppia di gestori.
Per la regia di un apprezzato artigiano della direzione come Tim Hunter, noto per alcuni film di esordio di Matt Dillon ad inizi '80 e dell'interessante I ragazzi del fiume, Looking glass è un thriller a basso budget mortificato da una sceneggiatura bizzarra che si apre su più prospettive, senza riuscirle a sviscerare se non in modo piuttosto discontinuo, e senza ancor più riuscire a fornire alla storia un mordente e un tensione sufficienti a interessare appieno lo spettatore.
Nic Cage si produce in una giostra di mimiche ibride tra l'attonito e lo sconvolto, riuscendo a risultare più comico (o patetico) che convincente. Nel ruolo della consorte, rivediamo con un certo interesse la bellissima Robin Tunney, ancora piuttosto bella, obbligata ad un ruolo di consorte devastata dalla scomparsa del figlio, ma completamente disinteressata alle sorti della nuova attività, da parere come un oggetto fuori posto.
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