Regia di Michael Lindsay-Hogg vedi scheda film
Una misteriosa filmaker gira per la città a filmare la vita privata delle persone. Incontra Guy (Vincent D’Onofrio), ragazzone normalissimo, con una fidanzata e un lavoro comunissimo. Le regole che la giovane regista impone vengono ben presto accettate da Guy, che verrà filmato per diversi giorni 24 ore su 24 o quasi. Guy da vittima diventa pian piano complice e tale scelta comporterà conseguenze non di poco conto nella sua vita privata.
“Guy – Gli occhi addosso” è una parabola che invita (o vorrebbe farlo, quantomeno) a riflettere su quali stranezze si possano verificare nell’attuale epoca voyeuristica. Il film è fatto di notevoli incongruenze, alcune forzature di sceneggiatura (Guy non chiama la polizia, per esempio) ed un tecnicismo banale, ma efficace. La quasi totalità del film, infatti, è girato in soggettiva (con un cameraman che non vedremo se non nel finale), ma non in piano sequenza: il montaggio, elemento che per certi versi distingue le due tecniche di ripresa, è una componente fondamentale del film, perché di fatto allontana dall’estremo realismo di un pianosequenza ed avvicina al film-fiction, lasciando avvicinare lo spettatore al prodotto filmico che la regista aveva intenzione di girare.
Nel complesso un film che tenta di essere originale, ma risulta noioso.
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