Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
La diciottesima regia di Clint Eastwood è un thriller d'intrattenimento,tratto dall'omonimo romanzo di successo di David Baldacci Ford,che però non nasconde una nuova sfiducia da parte dell'"americano all'antica" verso le massime istituzioni,almeno prima dell'11 settembre.Meno riuscito di diversi titoli della fase più recente della carriera dell'attore-regista californiano,non ha l'amarezza di "Un mondo perfetto"e "Mystic river",né la lucidità morale de"Gli spietati",e neppure la malinconia de"I ponti di Madison County" e "Space cowboys":resta comunque un thriller ben girato,con un finale un pò frettoloso(dove sono spiegate le motivazioni del suicidio dell'agente segreto Scott Glenn?) e dà spazio a caratterizzazioni interessanti,come quelle di Ed Harris,Gene Hackman e lo stesso Eastwood.Inoltre,il film ha dalla sua,almeno tre scene d'autore vero:l'inizio,un gioiello di tensione e doppio voyeurismo;la sequenza del triplo agguato al protagonista;e,la migliore,quella in cui la figlia del personaggio di Eastwood,che è un ladro,riesce ad entrare nella sua casa dopo anni.In questa sequenza,di una delicatezza insolita,in cui la giovane donna trova l'abitazione tappezzata di immagini di sé "rubate" ,foto fatte di nascosto, c'è un'espressione di amore paterno compiuta da un regista di grande sensibilità.
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