Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Uno dei ladri migliori del mondo è casualmente testimone di un omicidio in cui è coinvolto il presidente degli Stati Uniti. A prescindere dall'inverosimiglianza di diverse dinamiche si tratta di una vicenda avvincente, in cui si fa facilmente il tifo per il protagonista ed emerge, per quanto blandamente, un sottotesto politico notevole (vista la tipologia di prodotto): se un grosso personaggio di potere commette un crimine è meglio tacere per non creare uno scandalo che minerebbe gli equilibri del paese o metterlo in luce per far vincere il principio di una legge veramente egualitaria? In tutto questo ogni pedina sulla scacchiera ha i suoi interessi ed i suoi metodi per colpire. Il finale è interessante nel contenuto (per quanto tendente, come spesso accade con Eastwood, ad una morale giustizialista che non mi fa troppa simpatia) ma molto raffazzonato nell'esecuzione (ed anche questo è tipico del regista). Curiosa l'involontaria vicinanza temporale con lo scandalo Lewinsky.
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