Regia di Jerry Zaks vedi scheda film
A sconcertare è che uno dei peggiori film degli anni ’90 racchiuda un cast del genere.
Perdonando DiCaprio che era agli esordi, rimane da chiedersi cosa ci facciano qui la Keaton (?), De Niro (?!) e la Streep (??!).
Con una buona dose di sana ma lecita cattiveria, ci viene da pensare che per i soldi si possa arrivare a fare di tutto. Ed è proprio questo a far scendere le lacrime copiose allo scorrere dei titoli di coda, e non la scontata e triste trama in sé. Triste vuole essere sinonimo di “povera”, “scarna” e “pietosa”, non tanto di “commovente”.
A far tristezza non è la storia di una riconciliazione (quasi) impossibile, di turbolenti rapporti familiari sconquassati dall’arrivo della malattia che affligge uno dei protagonisti, bensì una sceneggiatura che dà corpo a dialoghi imbarazzanti ed è stracolma di stereotipi e luoghi comuni.
Melenso e banale, conosciuto da pochi e dimenticato giustamente in fretta da molti, ha il debolissimo pregio di una durata non eccessiva.
La performance della Streep è un tantino sotto la media e De Niro occupa lo schermo per un pugno di minuti, ma il giovane Di Caprio è già bravo e la Keaton ha ottenuto la candidatura all’Oscar.
Resta comunque un prodotto da buttare, colpa anche della regia anonima e senza guizzi dell’esordiente Jerry Zaks, fortunatamente alla sua unica prova dietro la macchina da presa.
Una pellicola così mediocre che al confronto “Buon compleanno Mr. Grape” (1993) sembra un film di Bergman.
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