Regia di Tom Shadyac vedi scheda film
Il finale del film sembra appiccicato con lo sputo, anche se qualche indizio poteva farlo presagire, e ciò inficia gran parte dell'operazione condotta sulla faccia di gomma di Carrey, con la scusa, stavolta, che i suoi muscoli si rifiutano di aiutarlo a dire bugie per ventiquattr'ore. Per il resto il film può andare, con alcuni spunti divertenti, altri meno, ma comunque su un binario di uno spettacolo decente e non eccessivamente volgare. Jim Carrey ci mette tutto l'impegno possibile e si prende con autoironia (quando il figlioletto gli domanda "è vero che a fare le smorfie si può rimanere così per tutta la vita?" gli risponde, con obbligata sincerità, "no davvero... qualcuno ci campa sulle smorfie"); il cast è di discreto livello, con Amanda Donohoe, una mantide versione yuppie, Jennifer Tilly che fa l'oca per l'ennesima volta, Cary Elwes nella parte, perfetta per lui, del bel ragazzo sciapito ed altri caratteristi che fanno, assai più dei celebrati divi, la grandezza del cinema americano (fra l'altro il film è dedicato a Jason Bernard, che interpreta il giudice, deceduto subito dopo la fine della lavorazione del film). A proposito del cast, non può non rimanere in mente il decolleté di Krista Allen, che interpreta la tettone nell'ascensore.
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