Regia di Luciano Lucignani, Vittorio Gassman, Adolfo Celi vedi scheda film
"L'alibi" diretto nel 1969 da
Luciano Lucignani-Vittorio Gassman e Adolfo Celi,
devo dire che non mi è dispiaciuto.
La storia racconta che Vittorio, Adolfo
e Luciano sono amici da
quando frequentavano l'Accademia
d'arte drammatica.
Poi le loro strade si sono divise:
Adolfo se n'è andato in Brasile
a fare teatro con grande successo,
Vittorio è diventato un divo del cinema e del teatro,
Luciano, regista e drammaturgo,intellettuale di sinistra si è dato alla politica.
Solo la malattia di un altro amico, Luca, fa sì che essi si ritrovino nuovamente.
Il Film prodotto dalla Ital-Noleggio Cinematografico e la
Vides Cinematografica è scritto,
sceneggiato e diretto da due "mostri sacri"
della scena come Vittorio Gassman
e Adolfo Celi con un loro assiduo collaboratore
come il regista e drammaturgo Luciano Lucignani,che realizzano
un opera molto autobiografica drammatica e malinconica con tocchi da Commedia.
Il tutto è racchiuso da tre episodi che ogni tanto e soprattutto
si incrociano e ognuno di loro dirige e interpreta il suo,
dove hanno qualcosa da dire mentre all'orizzonte l'Italia
sta cambiando e ne parlano soprattutto Gassman e Lucignani,
dove ormai "La dolce vita" è lontana e non esiste più
("è una cosa inventata da Fellini!"),
che ci sono manifestazioni in giro e che l'indifferenza
e la corruzione e l'egoismo dilagano.
Invece l'episodio di Adolfo Celi invece ci fa vedere
che durante il viaggio in aereo in Italia,
pensa i 15 anni passati in Brasile a fare teatro,
e come ha preso a cuore la realtà del paese,
ed è bravo a descriverci l'atmosfera del posto
negli anni '60 dove lui stava bene e voleva stare
fuori dall'Italia del boom economico.
Insomma si passa dall'esaltazione al disagio con la
voglia di tornare e ricrearsi una carriera,ma prima deve
incontrarsi con i suoi due amici di Accademia.
Insomma il tutto ha il sapore autobiografico dove
i tra Artisti si raccontano delle loro esperienze
e progetti,dove sullo sfondo c'è la guerra in Vietnam
(infatti Luciano vuol fare una sorta di spettacolo
ambientato lì e gli è lo sconsigliano) e le manifestazioni,
e dove quello che riesce più a convivere a questo
"sistema" è Vittorio,divenuto famoso prende tutto quello
che ci danno,ma nell'insieme ripudia tutta la cornice
intorno.
Da segnalare la buona direzione degli Attori
dove oltre i tre protagonisti figurano:
Tina Aumont-Franco Giacobini-Jovanna Knox-Ines Kummernus-
Grande Otelo-Marcia Rodriguez-Lina Sadun-Vincenzo Sartini-
Silvana Venturelli-Ugo Adinolfi-Alessandro Jovine-Guglielmo Bogliani-
Sergio Masieri-Bruno Barberino-Sandro Mondini e Aldo Danieli.
Invece nel tecnico segnalerei le splendide
Musiche originali del maestro Ennio Morricone,
la malinconica fotografia di Stelvio Massi,
futuro regista e le scenografie di Giorgio Giovannini.
In conclusione un Film talmente sperimentale
da essere interessante che non si risparmia
delle bacchettate al "sistema Italiano" e per come
il nostro paese stava cambiando mettendo in archivio
gli anni '60,ma riesce anche essere malinconico,
raccontandoci le varie vicissitudini di tre Artisti
con storie diverse che si incontrano solo alla fine
facendo il loro bilancio della vita parlando anche
di cose che sono attuali,e facendoci vedere la loro
vita oltre il palcoscenico con paure,follie e speranze.
Il mio voto: 6,5.
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